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La storia di Manor Solomon, dal Maccabi Petach-Tikva al gol col Real. E ora spaventa l'Inter

di Marco Conterio

Low risks, high reward. La filosofia dello Shakhtar Donetsk, che è terra fertile per i talenti, è stata illustrata a fondo nel corso di questi anni. La ricerca del giocatore giusto, al posto giusto. E non importa la provenienza, il background. Conta che abbia le caratteristiche tecniche e caratteriali perfette per inserirsi all'interno di una filosofia e di un progetto. Come Manor Solomon.

Una scoperta che arriva da lontano Il nome, per l'uomo mercato dello Shakhtar e chief scout, José Boto, arriva da lontano. Seguiva Solomon sin da quando era al Benfica, sin da quando Solomon era Nazionale Under 19. Già parte della cantera del piccolo club israeliano del Maccabi Petach-Tikva, è passato poi in prima squadra dove ha debuttato nel novembre del 2016 e poi in Under 21. Boto ha sottoposto il nome alla proprietà che ha deciso di spendere su Salomon ben 6 milioni di euro, incasso record per il Petach-Tikva.

Come Douglas Costa Il quotidiano israeliano, Haaretz, ha raccontato la storia di Solomon, arrivato per 6 milioni a gennaio 2019 allo Shakhtar come, nove anni prima, Douglas Costa. Poi il brasiliano fu venduto al Bayern Monaco, dove gioca tuttora dopo gli anni alla Juventus, per 30. La famiglia Luzon, proprietaria del club israeliano, non ha potuto certo dire di no all'offerta degli ucraini ma adesso la prospettiva è quella di incassare nei prossimi anni una cifra altissima. In estate, lo Shakhtar ha rifiutato la proposta dell'Atalanta e di altre società europee. Il gol col Real Madrid ha spiegato perché. L'Inter è avvisata.


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