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La rivoluzione comincia dalla difesa. Tuchel ha reso più solido il Chelsea, anche senza Kanté

di Michele Pavese

Almeno per il momento, Thomas Tuchel ha zittito gli scettici. Il tecnico tedesco ha effettivamente dimostrato che al Chelsea serviva una scossa e che l'esonero di Frank Lampard, in fondo, era necessario per rimettersi in carreggiata dopo diversi mesi caratterizzati da risultati altalenanti. L'ex allenatore del Paris Saint-Germain, entrato in carica lo scorso 26 gennaio, è imbattuto dopo otto partite alla guida dei londinesi e ieri ha ipotecato la qualificazione ai quarti di Champions battendo 1-0 in trasferta l'Atletico Madrid. Una prestazione da grande squadra, determinata e compatta, che ha affrontato l'avversario con il piglio giusto e l'intenzione di portare a casa la vittoria, nonostante l'esasperato difensivismo degli uomini del Cholo.

I Blues hanno fatto la partita, sfruttando l'unica occasione avuta. Sono stati solidi e concentrati. I frutti del lavoro di Tuchel si stanno vedendo soprattutto nella fase difensiva: il Chelsea ha subito soltanto due gol e Mendy è riuscito a mantenere la porta inviolata per la quinta volta in Champions League. Una competizione che il il 47enne di Krumbach ha ormai imparato ad affrontare al meglio, grazie anche all'esperienza vissuta in Francia, che gli è servita anche in termini di gestione del gruppo. Ieri sera ha dato fiducia a giocatori "dimenticati" da Lampard, come Chistensen, Alonso e Hudson-Odoi, ed è stato ripagato alla grande. E fa impressione leggere i nomi dei calciatori seduti in panchina, il cui valore complessivo sfiorava i 450 milioni di euro. Nessuno ha il posto assicurato (nemmeno campioni come Kanté o elementi strapagati come Havertz, Ziyech e Chilwell), tutti sono indispensabili: la ricetta per sorprendere e riportare il Chelsea in alto.


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