.

La Lazio non ha un altro nove oltre Castellanos. Solo chi si adatterà in quella zona

di Andrea Losapio

Al ventesimo minuto del primo tempo, Valentin Castellanos ha dato il gol del vantaggio - finale - alla Lazio. Tre punti che servono alla squadra di Baroni, anche per allontanare certe sirene maligne che volevano il tecnico già su di un crinale difficoltoso, con quattro punti in tre partite e la necessità di aggiungerne altri alla propria graduatoria. La vittoria contro l'Hellas Verona può dare ulteriore linfa a un club che ha avuto delle difficoltà nelle prime partite di campionato, perdendo solamente con l'Udinese prima in classifica e impattando con un Milan che sembrerebbe più attrezzato.

Castellanos si è fermato (a tre quarti di partita) e ha richiesto l'intervento dei medici ma, una volta accomodatosi in panchina, ha tranquillizzato il proprio allenatore. Sempre meglio di niente, verrebbe da dire, se non fosse che - ed è evidente, dopo avere subito un guaio muscolare - c'è la speranza di minimizzare il problema, anche per evitare un certo tipo di situazioni e di scelte in vista dell'Europa League.

Quello che non torna completamente, nella costruzione di una squadra come la Lazio, è che non c'è un altro numero nove. Dia, pure in gol ieri sera, è certamente una seconda punta e non un centravanti. Tutti gli altri hanno caratteristiche diverse da Taty, unico tanque vero in mezzo all'area avversaria. Quindi ci sarà bisogno eventualmente di chi si adatterà in quella zona. E sapere se ci sarà l'opportunità di raccogliere gli stessi punti.


Altre notizie