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La Juve, la Supercoppa e la Champions: allenarsi a superare i tabù

di Ivan Cardia

Premessa: la Supercoppa italiana non è la Champions League. Una passerella contro una competizione intera. Un trofeo che vale tutto sommato poco, contro uno che per un club europeo vale quasi tutto. La Juve che si appresta ad affrontare il Milan, però, fa i conti con se stessa e con uno dei suoi tabù: le finali. Lo è, in ultima analisi, la Supercoppa: nella pur florida era Allegri, i bianconeri hanno giocato quattro volte per vincere il trofeo. Conquistandolo, però, una volta soltanto: contro la Lazio, a Shanghai, due anni fa. Prima e dopo, sconfitte: con Napoli, Milan e Lazio. Un bilancio in netta controtendenza rispetto al dominio messo in mostra a livello domestico, sia in Serie A che in Coppa Italia. Un bilancio che ricorda in parte quel rapporto complicato tra la Juventus e le finali di Champions. Anzi, la Champions in sé. È un piccolo tabù, con tutte le ovvie differenze del caso. E la Juve, più che battere il Milan, o alzare la Supercoppa, deve allenare a superarli, i tabù.


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