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Inter dai due volti. Successo di Razgrad legittimato da una ripresa ricca di spunti

di Simone Bernabei
Fonte: dall'inviato a Razgrad

Quella vista in Bulgaria è stata decisamente un’Inter dai due volti. Apatica, con poca voglia e ancor meno idee nel primo tempo. Frizzante e autoritaria nella ripresa. L’avversario di turno, il Ludogorets, non era la squadra più temibile da affrontare. E proprio per questo motivo è difficile spiegarsi un primo tempo da una sola conclusione in porta, quella di Biraghi. Vero è che i bulgari, spinti da una Huvepharma Arena piccola ma rumorosa, hanno cercato di gettare il cuore oltre l’ostacolo fin tanto che il fisico li ha sostenuti. Attaccando in contropiede e chiudendosi a riccio in difesa, con compattezza e spirito di sacrificio. Ma qualcosa in più ci si poteva aspettare, nei primi 45’.
La pausa all’intervallo è verosimilmente servita all’ex ct per rimodellare la sua squadra almeno mentalmente e dal punto di vista dell’atteggiamento, oltre che dell’intensità. E infatti l’Inter ha cambiato ritmo. Aumentando i giri del motore, facendo girare il pallone con maggiore scioltezza e andando a prendersi la vittoria. Un contributo fondamentale in tal senso lo ha dato Romelu Lukaku, presente nel gol di Eriksen e ovviamente sul rigore trasformato. Dulcis in fundo, il cambio modulo imposto da Conte per “trovare soluzioni alternative”. Il 4-3-1-2 è piaciuto, a chi ha seguito la gara oltre che a Christian Eriksen.


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