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Il paradosso del Torino: tanti record raggiunti ma senza l'Europa

di Gaetano Mocciaro

63 punti ottenuti, record del Torino nella storia dei tre punti e nell'era Cairo, due sole sconfitte in trasferta (nessuno meglio di loro) e un record d'imbattibilità del portiere battuto dopo oltre 40 anni. Numeri che sottolineano una stagione eccezionale. Con la paradossale consapevolezza per i granata che tutto questo non è bastato per tornare in Europa.

Mai la Serie A era stata così competitiva: una squadra che ha ucciso il campionato, una seconda della classe chiara. Il resto bagarre, dove alle solite grandi si è inserito un Torino che è stato a immagine e somiglianza del suo allenatore: un 3-5-2 granitico, un gioco non spumeggiante ma efficace, una difesa di ferro, giocatori valorizzati e rigenerati.

L'ultima volta che i granata si erano qualificati in una competizione europea, stagione 2013-14, avevano totalizzato 57 punti, segnando 6 gol in più ma subendo 11 reti in più. In quella stagione, in verità, a venire in soccorso dei granata fu la UEFA che non concesse la licenza al Parma. Il deferimento del Milan avvenuto ad aprile mantiene pertanto ancora viva una speranza.

L'impressione è ormai che il Torino sia una squadra matura, che ha fatto un ulteriore step uscendo dalla terra di mezzo. Quella granata è ormai una realtà ambiziosa a cui manca davvero poco per diventare una cliente stabile delle zone alte a respiro europeo. Partendo da una certezza: Walter Mazzarri.


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