.

Il Cobra Sartori e il Mago Motta, il Bologna gioca per l'Europa già da quest'estate

di Dimitri Conti

È un EuroBologna quello che ieri sera ha piegato la Lazio per 1-0, ottenendo così il decimo risultato utile consecutivo in Serie A. Una squadra guidata con fare da grande da Thiago Motta e rivoluzionata dall'arrivo in dirigenza, ormai due estati fa, di Giovanni Sartori. Uomo-ombra dei successi e della ribalta dell'Atalanta, si è messo in testa di regalare una replica in salsa rossoblù - con l'ausilio di un Di Vaio che sta crescendo sempre più nel ruolo di direttore sportivo e suo braccio destro - e la prima mossa azzeccata è stata proprio l'individuazione del tecnico che avrebbe dovuto raccogliere la pesante, a tratti schiacciante eredità di Mihajlovic. Un approccio non semplice, visto che chi conosce bene Motta racconta di un paio di incontri fuori dallo stadio con gruppi di tifosi riscaldati dalle allora difficoltà degli emiliani, nei quali però è iniziato a costruirsi un legame che vede oggi l'allenatore al centro del villaggio. Da ieri sera sui social circola la sua foto in veste di Mago, barba lunga e bastone. Un soprannome che non ha mai avuto, se continuerà così toccherà darglielo.

Ai suoi ordini, una squadra modellata da mani sapiente ed esperte. E il territorio di caccia del Cobra, soprannome che attribuì a Sartori il suo ex calciatore Ivone De Franceschi ai tempi del Chievo, è stato senza dubbio la Conference League: il responsabile dell'area tecnica rossoblù ha visto di persona tantissime partite della terza coppa europea (qualcuno è ancora convinto che avesse l'abbonamento al Franchi di Firenze) e da essa ha attinto a piene mani l'estate scorsa, la prima in cui partiva da principio con Motta sulla panchina, nel frattempo già corteggiato dal suo ex presidente quando giocava, Al Khelaifi, per la panchina del PSG. Quattro giocatori presi in estate dal Bologna avevano fatto la Conference: due, Calafiori e Ndoye, dal Basilea che aveva fatto tremare la Fiorentina in semifinale; altrettanti dall'AZ che aveva eliminato la Lazio, due candidati al posto fisso come Beukema e Karlsson. Senza dimenticarsi di El Azzouzi, centrocampista che nella stagione 2022/23 ha fatto l'Europa League con i belgi della Royale Union Saint-Gilloise.

Era un Bologna che si candidava a guardare a zone più nobili della metà classifica per costituzione estiva, in buona sostanza, delle ambizioni neanche troppo celate in sede di mercato e contratti. Per fare un esempio concreto: lo scorso anno, ancora prima che arrivasse Motta e si innescasse il circolo virtuoso attuale, il riscatto di Posch dall'Hoffenheim era legato al 7° posto, all'Europa. L'asticella era già stata posta, era fissata.


Altre notizie