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Il 2-2 agrodolce di Madrid: perché la Juve può essere contenta

di Ivan Cardia

Il retrogusto dolceamaro del 2-2 di Madrid resta nella bocca della Juventus. La duplice sensazione di Maurizio Sarri, che dopo la partita era contento per i passi avanti e insoddisfatto del risultato, è la miglior fotografia di una serata in cui la Juve aveva sostanzialmente vinto e poi ha sostanzialmente perso, spezzando in due la gara con l’Atletico. Peccato che, in verità, i bianconeri abbiano pareggiato. E, a bocce ferme, si può dire che forse non è ancora vera Juve, ma è un risultato non da buttare.

Segnare al Wanda Metropolitano, peraltro, non è scontato. Lo ha sottolineato lo stesso allenatore toscano: in 180’ con Allegri i bianconeri non avevano bucato le reti dei Colchoneros qui a Madrid. Ieri sera è successo due volte. Il risvolto della medaglia è che il blackout difensivo finale, specie sulle palle inattive, abbia annullato tanto parte di quei passi avanti fatti in precedenza. E resti un aspetto su cui lavorare. Scherzosamente, qualcuno ha detto che la soluzione sarebbe semplice: Sarri nei primi 60 minuti, per costruire il vantaggio, poi Allegri nell’ultima mezzora, per difenderlo. Non rende giustizia a nessuno dei due, ovviamente. E non è neanche possibile. Ragion per cui toccherà a Sarri capire come far fare ulteriori passi avanti alla sua creatura. E, capovolgendo il discorso alla Allegri, di buono c’è anzitutto il risultato. Forse la Juve può essere più contenta che altro, a dispetto del comprensibile amaro in bocca, della serata di Madrid.


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