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Igor Tudor, rientrato dalla porta principale dopo Marsiglia. E il pasticciaccio con il Napoli

di Andrea Losapio

Igor Tudor è tornato in Italia dalla porta principale. Quella inforcata per uscire dopo un anno a Verona dove era arrivata una salvezza larga, senza grossi problemi. E, soprattutto, la chiamata dell'Olympique Marsiglia, dove ha lavorato per un anno arrivando terzo in classifica, con un bel filotto di vittorie (22 su 38) e soprattutto sentendo il calore della piazza. "Ho preso la decisione di lasciare la panchina per motivi privati e professionali. Non ho firmato con un altro club e non sono arrabbiato con nessuno. Lavorare all'Olympique Marsiglia è come lavorare 2-3 anni in un'altra società, ora penso che i dettagli non contino davvero, è quello che sento dentro che conta".

Un anno fa era nel novero dei possibili sostituti di Massimiliano Allegri sulla panchina della Juventus. Poi aveva accettato Napoli, prima che De Laurentiis decidesse di passare un anno sabbatico (diciamo così) dall'assumere allenatori e giocatori che andassero oltre giugno. Ora, appunto, la Lazio, con Lotito che non è un mangiatecnici bensì dà sempre molto tempo per lavorare ai suoi, da Inzaghi a Sarri.

Queste le parole di Igor Tudor. "La Lazio è un club prestigioso, uno di quelli che chi fa questo lavoro vorrebbe allenare. Allenare una squadra come la Lazio è una questione di prestigio, una cosa bella e stimolante. È una squadra prestigiosa, con giocatori forti e una tifoseria speciale. Fare parte di questo club e di questa città, che sono una cosa unica, non si può non accettare".


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