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Que la chupen: cadute e miserie di Maradona ct. Di un'Argentina che sembrava da sogno

di Marco Conterio

Diego Armando Maradona non è stato un grande commissario tecnico. Ai giocatori disse, prima d'intraprendere la strada verso il Mondiale: "Avete di fronte un uomo tornato dall’inferno. Io ho dimostrato che nella vita tutto è possibile". Anche perdere per sei a uno contro la Bolivia, la peggior sconfitta della storia dell'Albiceleste. Insultò i giornalisti e la FIFA gli dette due mesi di squalifica. Convocò più di cento giocatori e faceva solo sedute d'allenamento pomeridiane. Al mattino, siesta prolungata.

Que la chupen Fu quella, la frase, che per chi non mastica lo spagnolo è meglio non tradurre, a costargli la squalifica. Maradona era Maradona all'ennesima potenza, in quell'esperienza da commissario tecnico scordò Diego e volle essere solo un'icona. Gelati al pistacchio nelle prime ore del mattino, un centro sportivo rifatto, servizi dedicati al Pibe de Oro. Che ottenne una qualificaizone che fu un'impresa di montagne russe nella vittoria del Centenario contro l'Uruguay.

Caduta d'Africa Era un'Argentina fortissima. messi, Tevez, Higuain, Aguero. Il suo primo marcatore fu Maxi Rodriguez in un'amichevole con la Scozia ma Diego aveva veramente una delle Nazionali più forti d'ogni tempo. Eppure cadde. Quello del ct, lo dimostrarono i risultati, non era il suo ruolo. Accentratore, più che selezionatore, l'avventura finì con l'addio e la rottura dall'AFA. 108 giocatori e un Mondiale dove l'Argentina uscì con poco onore i quarti contro la Germania, caduta per 4-0.


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