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L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare. Il mercato può davvero risollevare la Fiorentina?

di Dimitri Conti

"L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare!", avrebbe tuonato Gino Bartali vedendo le sorti di questa Fiorentina. Una squadra che ieri, all'ora di pranzo, ha proceduto senza colpo ferire ad una disfatta storica, un 6-0 che i viola non subivano da oltre quindici anni (era il dicembre 2004, in casa del Milan) e che è arrivato alla sua conclusione in quel di Napoli senza neanche un calciatore della Fiorentina ammonito. Sarà pure una visione molto antica e romantica, a tratti persino demodé del calcio, ma se anche Prandelli nel post-partita ha evidenziato questo brutto segnale, non deve essere solo la pura convinzione di chi scrive. Più che l'aiuto del mercato, per la Fiorentina vista al Maradona (che non ha rinunciato a creare, seppure così facendo si sia esposta ai letali contropiedi partenopei) servirebbe un intervento a gamba tesa dal punto di vista caratteriale su uno spogliatoio che, visto oggi, pare tutt'altro che unito e compatto. Ancora prima di acquisti - che servirebbero, sia chiaro, specialmente per le rotazioni offensive - ci vorrebbe un cambio di passo tramite delle convinzioni precise e radicate. Quelle che però al momento nemmeno Prandelli sembrerebbe avere. A oggi, perciò, meglio accontentarsi del mercato: entro poche ore previsto summit tra il tecnico e la sua squadra, per definire gli obiettivi da attaccare. Con l'auspicio, questa volta, di non dover ricambiare nuovamente direzione nel giro di qualche settimana.


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