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Gasperini: "Ilicic fra i papabili per il Pallone d'Oro. Ma a un certo punto iniziò ad avere sintomi"

di Raimondo De Magistris

Che ricordi hai di Josip Ilicic? E' una delle domande poste a Gian Piero Gasperini, allenatore dell'Atalanta, nel corso della lunga intervista rilasciata a 'Radio Serie A'. Questa la sua risposta: "Si è ammalato qua, anche se tutti eravamo separati, mangiavamo distanti rispettando le regole. A un certo punto ha incominciato ad avere i sintomi, a non stare bene, da lì si è completamente isolato, è stata una progressione. Non sopportava più di non essere a casa, la lontananza dalla famiglia. Da lì è partita la sua difficoltà. Noi gli siamo sempre stati vicini, lui era un ragazzo assolutamente normale, era sempre lui ma con questa grave difficoltà. Aveva finito a Valencia, aveva fatto quattro gol. Forse era il giocatore indicato come fra i papabili del Pallone d'Oro, sicuramente fra i primi in Europa. Ricordo che dovevamo andare a giocare a Lisbona, contro il Paris Saint Germain, aveva perso qualcosa come 10-12 kg. Era impressionante, l'ho tirato su come un manichino, gli ho detto 'Dai Josip, vieni con noi...'".

Gasperini ha poi ricordato proprio la gara col PSG: “È stato il momento più alto della mia carriera a livello di risultato, ci sono stati momenti validi come espressione di gioco. Eravamo a 2 minuti da una semifinale di Champions League. Per come era andata la partita sarebbe stata meritata. Nel secondo tempo è entrato Mbappe: lì è cambiata la partita. Eravamo stati fortunati in un paio di occasioni, ma sembravamo in controllo del match. Nei minuti finali, invece, abbiamo perso Freuler e abbiamo cambiato qualcosa a centrocampo. Con lui in campo sono sicuro che sarebbe stato seguito l’inserimento che ha portato al gol del PSG. Avevamo perso Gomez, mancava Ilicic, però siamo stati vicinissimi a quella semifinale. Da una parte è un rammarico, dall’altra è giusto accettare il risultato di una grande squadra. Tifavano tutti per noi? Eravamo la “piccola squadra” che di colpo si era ritrovata al tavolo con i grandi. Il campo ti dà sempre la possibilità di dimostrare il tuo valore, anche perché per una società come la nostra salire di livello è difficile”.


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