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Fonseca, fiducia a tempo rinnovata. Ma Dzeko resta un caso

di Dario Marchetti

La vita, come le carriere, è fatta di bivi, la Roma ieri contro lo Spezia ha preso quello giusto per adesso. A tre minuti dalla fine, infatti, il gol di Verde poteva essere la pietra tombale sulla gestione Fonseca, ma il gol di Pellegrini a 30 secondi dallo scadere ha ristabilito un po’ di ordine sulla panchina giallorossa. La corsa di Fonseca poi ad abbracciare la squadra testimonia anche l’unità mai persa se non in determinati elementi come Edin Dzeko. Anche il bosniaco ieri al gol vittoria è saltato in piedi dalla sedia perché l’amore verso la maglia capitolina non si discute, ma sono tante le ombre nel rapporto con Fonseca. Il nove giallorosso è finito in tribuna ufficialmente per una contusione, ma la realtà racconta altro. Dopo l’eliminazione in Coppa Italia è definitivamente deflagrato il rapporto, già incrinato da tempo, con il tecnico giallorosso. Ruggini nate nel post Siviglia della scorsa stagione e ripresentatesi martedì contro lo Spezia.

La società ora vuole provare a sanare una situazione che se dovesse rimanere così com’è oggi non consentirebbe a entrambi di rimanere nello stesso posto di lavoro. Senza mediazione uno dei due è di troppo e se i risultati continueranno a supportare il tecnico a rischiare è il bosniaco con l’agente Lucci che già venerdì è andato a Trigoria per parlare del futuro del suo assistito. Difficile trovare una squadra in così pochi giorni di mercato, ma soprattutto è complicato trovare l’offerta che soddisfi club e calciatore (percepisce 7,5 milioni a stagione alla Roma). Ecco perché già da lunedì quando la squadra si ritroverà a Trigoria, il primo obiettivo di Pinto sarà quello di riavvicinare il capitano e l’allenatore. Un patto di non belligeranza per il bene della Roma che possa durare fino a fine stagione, poi ognuno per la sua strada.


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