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Fiorentina, un'altra finale europea. L'Olympiacos da non sottovalutare e la lezione di Praga

di Dimitri Conti
Fonte: Tommaso Loreto per firenzeviola.it

Come un anno fa la Fiorentina si trova di fronte una finale europea da prendere con le molle, e se il valore del West Ham affrontato l’anno scorso obbligava i viola alla massima attenzione stavolta di mezzo c’è anche un aspetto ambientale tutt’altro che trascurabile. L’AEK Arena si preannuncia una bolgia come da tradizione ellenica, e c’è da scommettere che affrontare l’Olympiakos mercoledì sera significherà anche sfidare uno stadio infuocato e un clima incandescente (non solo sugli spalti). Guai tuttavia a sottovalutare i greci del tecnico Mendilibar, già capace di vincere un’Europa League la scorsa stagione con il Siviglia

La lezione di Praga - Sotto questo profilo i viola sono chiamati a non ripetere gli errori del passato, anche se persino l’ultima sfida di campionato, quella di Cagliari, ha messo in mostra le solite pecche. Una difesa spesso presa alla sprovvista, anche sui calci piazzati, e ripartenze avversarie che hanno tagliato a fette la linea mediana. Di certo Italiano, nella conferenza stampa di qualche giorno fa, ha riportato l’attenzione (e la memoria) sull’occasione di Mandragora che avrebbe potuto cambiare l’esito della serata di Praga di un anno fa, confermando come l’impostazione offensiva del suo calcio resterà la stessa anche ad Atene. Eppure è anche dai piazzamenti difensivi, e dalla concentrazione generale, che dipenderà l’esito di una finale per la quale il conto alla rovescia è ufficialmente cominciato.


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