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Dove può allenare Pioli nella prossima stagione se il Milan non lo conferma?

di Andrea Losapio

È la miglior stagione di Stefano Pioli in panchina? La risposta è no, considerando i risultati, la media punti e il gioco espresso. Perché con la Lazio 2014-15, anche grazie a un rigore sciaguratamente spedito in tribuna da Gonzalo Higuain, riuscì a guadagnarsi l'accesso ai preliminari di Champions League, poi persi in maniera drammatica contro il Bayer Leverkusen, dopo l'1-0 dell'andata e il rosso di Mauricio, prendendo tre reti in Germania, con il punto esclamativo di Hakan Calhanoglu.

Ora Pioli lo allena, Calhanoglu, e sembra avere costruito il vestito perfetto per un Milan in caduta libera fino a gennaio. Merito di Ibrahimovic e del senso di onnipotenza che infonde, ma non può essere l'unica motivazione per cui i rossoneri siano riusciti a crescere esponenzialmente in un girone, dopo lo 0-5 subito a Bergamo dall'Atalanta. Lì è stato il punto più basso, la distanza con le prime è comunque incolmabile. E anche per questo Pioli è oramai un allenatore destinato a rimanere senza una panchina nella prossima stagione, al netto di un accordo fino al 2021.

Che fare, quindi, tra rimanere fermo un giro e ricominciare subito? Molto dipenderà dalle offerte che arriveranno. Peccato che Pioli non abbia credito fra le big, impossibile che lo chiami la Juventus sin dall'inizio. Nell'Inter e nella Fiorentina c'è già stato, il Milan avrà Rangnick come dt - e forse come allenatore, presidente e magazziniere (eufemismo) - alla Roma potrebbero non perdonargli il passato laziale. Potrebbe essere un profilo da Napoli, ma Gattuso è intoccabile. Quindi probabile una piazza come il Torino, oppure l'Udinese. Un gradino sotto rispetto all'attuale livello che Pioli, in questo periodo, sembra meritare ampiamente.


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