.

Da Provedel a Pedro, la zona Lazio in Champions: al Celtic Park un successo atteso 20 anni

di Riccardo Caponetti

Chiamatela pure zona Lazio. Da Provedel al 95’ a Pedro al ‘94. La squadra di Sarri in Champions non muore mai e si esalta nei finali. I biancocelesti a Glasgow rischiano (gol annullato per fuorigioco a Palma a 10’ dalla fine) ma si prendono un successo clamorosamente importante, raggiungendo l’Atletico Madrid in cima al gruppo E: a 3 punti c’è il Feyenoord, prossimo avversario a Rotterdam. In un momento delicato, con tensioni tra Lotito e Sarri per alcune dichiarazioni e con i risultati che non arrivano, il 2-1 contro il Celtic è ossigeno puro per la Lazio. Aria fresca che consente ai biancocelesti di respirare a 3 giorni da un’altra partita spartiacque, quella di domenica contro l’Atalanta (ore 15).

Non ha giocato una partita spettacolare dal punto di vista tecnico, la Lazio. Che però ha messo in campo anima, cuore, capacità di soffrire e reagire, ribaltando la prima partita in stagione da situazione di svantaggio. Non è una creatura guarita quella di Sarri, ancora alle prese con una solidità difensiva da ricercare e con una concretezza in attacco da ritrovare. Ma sicuramente i tre punti di ieri riportano serenità ed entusiasmo. C’è un dato che la dice lunga: la Lazio non vinceva in Champions in trasferta dal 2003 (0-2 in casa del Besiktas) e, nelle ultime 21 gare europee lontano dall’Olimpico, aveva ottenuto solo 2 successi.


Altre notizie