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Cosa ha detto la prima gara del Bologna: serve un vice-Palacio e non solo. Orsolini rimandato

di Ivan Cardia

Se chiudi un campionato con la necessità di un difensore e un centravanti, nelle prime due settimane di mercato non porti a casa un difensore e un centravanti, inizi un altro campionato senza un difensore e un centravanti, rischi che la cosa possa in qualche modo diventare un problema. Per informazioni, chiedere a Sinisa Mihajlovic, allenatore del Bologna che ieri ha perso contro 2-0 contro il Milan. Non soltanto per questi motivi, ma anche.

Due ruoli cruciali. E coperti così così. Sul centrale, in realtà, la soluzione prescelta è quella interna: il mercato ha portato in dote, oltre a tanti interessanti giovani, soprattutto De Silvestri, terzino destro titolare. Di conseguenza, Tomiyasu è stato spostato al centro con Danilo: il giapponese ha già ricoperto questo ruolo in passato, ma non al Bologna. E contro i rossoneri non è sembrato propriamente a proprio agio, pur risultando il migliore della retroguardia felsinea. Poi c'è il capitolo attaccante: Palacio resta un totem, una certezza. Ma non può passare i suoi 38 anni a svariare da una parte all'altra del fronte offensivo per tutti i 90 minuti di tutte le 38 partite di campionato. Serve trovargli un'alternativa, che Santander con ottime probabilità non può essere. E Supryaga è diventato una telenovela, peraltro con tutte le incognite legate all'ambientamento di un ventenne ucraino in Italia.

E gli altri? Il salto di qualità di Orsolini è rimandato: al netto del rigore, non ha giocato una delle sue partite migliori, anzi. Barrow ha sofferto la bella prova di Calabria, gli innesti non hanno cambiato la partita. Ha funzionato Schouten, a corrente alterna anche Soriano. In generale, ha funzionato l'impianto del Bologna di Mihajlovic, che ha già fatto molto bene nella scorsa stagione. Mancano un paio di particolari. Che spesso finiscono per fare la differenza.


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