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Buffon-Juve, fine di un'era. Quando debuttò c'erano la lira, Gianni Agnelli e le torri gemelle

di Tommaso Bonan

L'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport dedica ampio spazio all'addio di Buffon alla Juventus, ponendo l'accento sul "togliere il disturbo" pronunciato dal portiere bianconero ieri nelle spiegazioni dell’addio, che si riallaccia al "Io e Gigi non saremo mai un problema per la Juventus" di Chiellini di qualche settimana fa. Insomma - si legge - la fine di un’era, con i ringraziamenti che sono iniziati ad arrivare dai tifosi bianconeri di ogni latitudine.

Si chiude un'era - L’abbraccio per il primo addio, allo Stadium, fu collettivo, sentito, avvolgente. In questo 2021 non sarà possibile avere il bis: stadi vuoti (o quasi) accoglieranno le sue ultime presenze in bianconero, compresa quella, che appare scontata, in finale di coppa Italia. Chiudere con un trofeo renderebbe il “taglio” un po’ meno doloroso, per ritrovare i tifosi ci saranno forse altre occasioni. Intanto si chiude un’era. Ha debuttato in bianconero con Nedved, oggi vicepresidente, quando Kulusevski imparava a camminare. C’erano la lira, Gianni Agnelli e le torri gemelle. Quando ha cominciato, soprattutto, la Juve aveva undici scudetti e un portiere leggendario in meno.


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