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Adli: "Sono come un giocatore di scacchi che muove i pezzi giusti al momento giusto"

di Michele Pavese

Dopo una stagione in cui non ha praticamente mai giocato, Yacine Adli ha conquistato la fiducia di Stefano Pioli: "Anche quando non giocavo non ho mai dubitato di me stesso. Me ne sarei andato ma la qualità che mettevo ogni giorno nel lavoro mi faceva essere fiducioso. Sapevo che mi mancava ancora qualcosa, ma sapevo anche che quel qualcosa stava arrivando. Ho cercato di lavorare forte, di non perdere tempo e guardare avanti", ha raccontato nella lunga intervista a Sportweek.

"Cosa mi mancava? Un po’ di adattamento, tattico e fisico, al vostro calcio. Non sono uno che guarda molto i dati della partita, ma questi adesso dicono che sono migliorato tanto, specialmente in fase difensiva. Visto che sono ancora giovane, sono sicuro che continuerò a migliorare.

In quel periodo tutti i miei compagni mi sono stati vicini, e non è per essere banale. Mi sento vicino a Bennacer, che ha origini algerine come le mie, o a Theo, Giroud e Maignan, francesi come me, ma davvero non faccio distinzioni. I compagni non avevano motivo di preoccuparsi: mai una volta mi sono presentato a Milanello con la faccia delusa di quello che non gioca".

Adli ha poi spiegato che tipo di calciatore è: "Sono un giocatore atipico: posso fare il vertice basso, il trequartista, ho giocato da esterno sinistro e falso nove. Posso piacere o no: non ho le gambe forti di uno che ti fa uno scatto di 40 metri e lascia dietro l’avversario, ma capisco i tempi di gioco, 'vedo' passaggi che non tutti vedono. Sono come un giocatore di scacchi che muove i pezzi giusti al momento giusto per 'ammazzare' l’avversario. Potrò non piacere a tutti ma sarò sempre Yacine Adli, con le sue caratteristiche. E queste caratteristiche possono fare la differenza".


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