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Mancio, lacrime e gioia. La Gazzetta dello Sport: "Ora giochiamoci tutto"

di Adele Nuara

Un Roberto Mancini decisamente diverso rispetto al solito: il nervosismo ha fatto da padrone sostituendosi alla calma e serenità fatta trapelare fino a ora. Ieri il Mancio è stato il 12esimo uomo in campo, ha sofferto con i suoi, li ha trascinati come da tre anni a questa parte e alla fine, in conferenza, con gli occhi lucidi, è apparso visibilmente soddisfatto e ha difeso i suoi a spada tratta: "Noi abbiamo fatto una buona gara, non come al solito ma sapevamo che avremmo dovuto soffrire. Gli spagnoli sono maestri del palleggio ma abbiamo avuto le nostre occasioni anche noi".
Il CT non ci sta quando si parla di Italia che ha solo difeso, rimarcando le occasioni da gol create e spiegando che il gioco del calcio consiste nell'attaccare ma anche nel saper difendere e quando si parla di meriti, inevitabilmente cita i ragazzi, "perché hanno creduto a tutto questo tre anni fa e l'hanno messo in pratica. Ma non è ancora finita. Serve l'ultimo sforzo: raccogliere tutte le energie e andare ad affrontare questa finale".


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