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Joachim Low, il tecnico che ha riportato la Germania sul tetto del mondo

di Lorenzo Di Benedetto

Da calciatore non ha mai raggiunto vette particolarmente elevate, ma da tecnico la situazione è radicalmente cambiata. Joachim Low ha girato tante squadra con gli scarpini ai piedi, anche se le maggiori soddisfazioni se le è tolte con il Friburgo. Nel '95 l'attuale ct della Germania decide di porre fine alla carriera da giocatore per sedersi in panchina. Winterthur, Frauenfeld e quindi la grande chiamata dello Stoccarda. Con i Rossi Low fu subito protagonista, creando in campo il famoso Triangolo magico formato da Balakov, Elber e Bobic che guidò la squadra alla vittoria della Coppa di Germania. Da lì, una serie di esperienze molto poco fortunate fra Fenerbahce, Karlsruhe, AdanasporTirol Innsbruck e Austria Vienna. Poi, nel 2004, la svolta: diventa il vice di Jurgen Klinsmann nella Germania. Dopo i Mondiali del 2006 prese il suo posto e avviò quel grande lavoro che porterà, alcuni anni dopo, la Germania ai vertici del calcio mondiale. Dopo un argento e un bronzo agli Europei, ecco la vittoria del Mondiale brasiliano del 2014 e il successivo rinnovo di contratto fino al 2018 per scacciare gli assalti delle big europee. Anche se proprio nel 2018, al Mondiale russo, la sua Germania è stata la vera delusione della competizione, uscendo alla fase a gironi con Messico, Svezia e Corea del Sud. Fece scalpore, soprattutto, la sua scelta di non convocare la stella del City Leroy Sane, oggi punto fermo del nuovo corso teutonico. Oggi, Low compie 59 anni.

Sono nati oggi anche Kamil Glik, Davide Moscardelli e Gregory van der Wiel.


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