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Donny Van de Beek, falso dieci totale: Maradonny sogna ed è sogno delle big

di Simone Bernabei

Donny Van de Beek ha la sei sulle spalle, numero del libero, lui che è anarchico tattico, organizzatore seriale. E' ying e yang, è offesa e difesa. E' l'espressione più moderna e contemporanea del calcio totale, è il trequartista che è interno, mediano, punta, incursore. E' il ragazzo al posto giusto, nel momento giusto. Un tiro rimpallato, sotto i cieli di Torino, il suo piede vorace, il suo destro chirurgico, i sogni Champions di Cristiano Ronaldo strozzati, lo scorso anno. E' figlio di tifosi dell'Ajax, a cinque anni vive la sua prima esperienza allo stadio. Tra gli otto e i nove veste già la maglia degli ajacidi, scalata verticale che poi lo porterà a debuttare tra i professionisti nel 2015 sotto la guida di Frank de Boer. E' già Nazionale, a ventitre anni oggi è un veterano della formazione di Amsterdam. Dove le copertine che prima erano per il regista e per l'attore protagonista, Frenkie de Jong e Matthijs de Ligt, oggi sono tutte per lui. E infatti le big europee, Real Madrid in primis, hanno il suo nome in cima al taccuino degli osservatori. Pressing e costruzione, direzione e interdizione. Corsa, gol, polmoni. "Quanto di più vicino a Kevin de Bruyne ci sia nel calcio moderno". Un altro giocatore unico e universale, il belga. Come Maradonny, l'ammazza sogni di Cristiano Ronaldo che oggi sogna l'arrivo in una big d'Europa.

Sono nati oggi anche Stefan Schwarz, Arturo Di Napoli, Simone Farina, Lukasz Fabianski, Wojciech Szczesny, Divock Origi.


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