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Andres Guglielminpietro, argentino e che fa gol di mano. Ma mai accostato a Maradona

di Andrea Losapio

Qualunque giocatore di fantasia e che arrivava negli anni novanta in Italia, in una squadra di alto livello, veniva quasi automaticamente accostato a Diego Armando Maradona. Non c'è mai stato questo pericolo per Andrés Guglielminpietro, professione trequartista, spesso dirottato sulla fascia come da dettami tattici del post Sacchi. Arrivato con un curriculum "normale", cioè 22 gol in 4 stagioni con il Gimnasia de La Plata, era reduce da un'annata straordinaria con ben 14 centri. La chiamata del Milan aveva sorpreso tutti, soprattutto i giornalisti che lo chiamavano Gulj, invece che Guly. Peraltro era stato al centro di un contenzioso fra rossoneri e Fiorentina.

Un collegamento con Maradona, in realtà, c'era. Ed erano i procuratori: Norberto Recasens e Jorge Cyterszpiler, che avevano lavorato con Diego. A spingere per acquistarlo Ariedo Braido, mentre i viola si lamentavano per un accordo già firmato. Dettagli, perché Guglielminpietro andrà proprio al Milan. "Ho scelto così perché questo è uno dei più prestigiosi club del mondo - racconta Guglielminpietro - e poi non è possibile lasciarsi scappare un'occasione d'oro come questa. Ci sono tanti di quei campioni per riconquistare lo Scudetto... Io volevo fortemente venire qui, per confrontarmi subito con il grande calcio. So che è difficile, ma ho molta fiducia".

Quasi incredibilmente, quelle prime parole saranno un monito. In un Milan fra i peggiori di sempre, per qualità, Zaccheroni riuscirà a creare la macchina perfetta, in grado di battere una Lazio strafavorita, vincendo lo Scudetto a Perugia con gol proprio di Guly. Passerà, nell'estate del 2001, all'Inter in cambio di Brocchi, per poi concludere la sua carriera italiana al Bologna, dove segnerà un gol di mano nel 2003, contro l'Udinese. Un vezzo per gli argentini.Oggi Andrés Guglielminpietro compie 50 anni.


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