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Un Ibra molto più cattivo. Che può essere stella polare di questo Milan

di Simone Bernabei

Stella polare nel senso di punto fermo, ideale, in grado di guidare il Milan verso un futuro più luminoso. Che possa tracciare e indicare la strada, proprio come in passato avveniva con i marinai che solcavano gli oceani. Zlatan Ibrahimovic è atterrato sul pianeta Milan e durante la conferenza stampa di presentazione ha raccontato segreti e sfaccettature del nuovo Ibra.

"Arriva un Ibra molto più cattivo, ora ho capito quanto è difficile far crescere i bimbi... Scherzi a parte, sarò lo stesso di sempre. Lavorare e soffrire, non tutti sanno farlo. A me piace e per questo lavoro sempre duro, mi aspetto tanto dai miei compagni, a volte anche di più di quanto possono effettivamente dare". Un pensiero a metà fra il serio e l'ironico, che però racconta molto di ciò che lo svedese potrà dare al Milan al di là dei gol. Perché in squadra un giocatore titolato come lui non esiste. E forse neanche uno con la sua personalità, sportiva e non. Nei piani rossoneri il 38enne Ibrahimovic potrà restare al Milan non più di un anno e mezzo. Un periodo temporale breve per il calcio, in cui difficilmente il Milan potrà tornare a vincere. Ma che può senz'altro bastare per far capire ai compagni cosa fare e come farlo. In allenamento e in partita, a livello di mentalità più che di gol e assist.


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