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L'errore gravissimo di prendere due extracomunitari a mercato chiuso

di Andrea Losapio

Tutti aspettano l'esame di italiano di Luis Suarez, uno che nemmeno un mese fa pensava solamente a come ribaltare il Barcellona e che ora è fuori completamente dai piani, senza un passaporto comunitario che poteva prendere almeno da cinque o sei anni, nell'incredibile presunzione di non essere mai soggetto alle leggi del mercato. Suarez è il primo, il secondo e il terzo nome per la Juventus. Il quarto è Dzeko per mancanza di alternativa, il quinto può essere Kean, da lì in poi è solo materia oscura.

Il Pistolero non meriterebbe di essere comunitario
, almeno sulla carta. O meglio, non italiano, visto che non ha vissuto nemmeno un secondo sul suolo italico e lo diventerebbe solamente grazie alla moglie. Poi potrà passare l'esame, potrà prendere il passaporto a tempo di record (Amauri ci impiegò cinque anni) e chiudere uno dei più grandi trasferimenti degli ultimi anni. Il problema semmai è capire come mai la Juventus ha chiuso per due extracomunitari ancor prima dell'inizio del mercato, fra un Arthur che serviva per mettere a posto il bilancio e un Mckennie che, obiettivamente, non è il giocatore che chiunque si aspetta per cambiare la vita di un centrocampo.


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