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Il nuovo inizio di Rabiot è quello di un uomo squadra. Che forse aveva solo bisogno di Di Maria

di Marco Conterio
Fonte: dall'inviato a Torino di Tuttomercatoweb.com

Una nuova storia. Un nuovo capitolo. Adrien Rabiot, che a gennaio aveva le valigie in mano, sembra poter godere delle delizie di Angel Di Maria, sedersi al suo banchetto e trasformarli in piatti decisivi. Fuor di metafora: quello che era la mezzala che pensava, sperava e auspicava Massimiliano Allegri, quello che avrebbe potuto fare dieci gol in stagione, quello che avrebbe dovuto far tante cose e che invece son sempre rimaste nelle speranze e mai nella realtà.

Uomo squadra
Però nelle parole di Rabiot c'è qualcosa di diverso. Essere un uomo squadra non passa solo dai gol e dalle prestazioni ma anche dalle parole. Dalle dichiarazioni. "Possono anche segnare due gol ma se poi in campo sbagli tutto, non conta niente". Ha parlato di compattezza, di reparti, di squadra, di compagni, di sistema e di insieme. Adrien Rabiot, nella cui analisi spesso ci si sofferma sempre alla facciata, allo sguardo algido, alla schiena dritta, all'atteggiamento distaccato, ha parlato di 'noi'. Mai di se stesso. Da uomo squadra.

Aveva bisogno di Di Maria
Per questo la gara di ieri può essere un nuovo inizio. Ne è consapevole Rabiot, lo ha forse sempre saputo Allegri ma quel che è certo è che al netto di tante filosofie, di tante analisi tattiche, forse aveva bisogno solo di Angel Di Maria. Perché nessuno lo ha mai saputo imbucare come ha fatto il Fideo in questa partita. Corridoi che Rabiot ha dimostrato di saper trovare, una sintonia che sembra arrivare da lontano e che invece è naturale, straordinaria. L'uno al servizio dell'altro, tutti al servizio della squadra. Un nuovo inizio. Non solo per Rabiot.


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