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Tra politica e campo, la Francia aspetta l'Austria e sfida (ancora una volta) Le Pen

di Gaetano Mocciaro

Dopo l'Inghilterra, questa sera tocca all'altra grande favorita per la vittoria finale di Euro 2024. La Francia scende in campo contro l'Austria e arriva alla sfida in un clima particolare per il Paese, con le elezioni legislative alle porte (30 giugno e 7 luglio). Si è parlato infatti più di politica che di calcio, anche in conferenza stampa. Il primo a farlo è stato Ousmane Dembélé: "La sirena è suonata: a tutti i francesi dico di andare a votare". Poi Marcus Thuram ha esortato a votare per non far vincere il Rassemblement National di Marie Le Pen. E a prendere parola è stato anche il giocatore più rappresentativo: Kylian Mbappé. Il fuoriclasse davanti ai microfoni è stato pouttosto esplicito: "Voglio rivolgermi in particolare alle nuove generazioni. La nostra è una generazione che può fare la differenza, oggi gli estremisti sono alle porte del potere. Oggi abbiamo la possibilità di scegliere quale futuro vogliamo per il nostro Paese. Faccio un appello a tutti i cittadini di andare a votare, perché devono capire la gravità della situazione. Spero che la mia voce abbia il maggior peso possibile. Il Paese deve identificarsi con i valori della diversità, della tolleranza, del rispetto. E questo è innegabile".

Nonostante la Federcalcio francese come istituzione debba mantenere una linea di neutralità non è riuscita a impedire ai propri giocatori di esprimere le proprie idee: Philippe Diallo infatti aveva esortato lo stesso Mbappé a evitare di parlare di politica, venendo ignorato. Persino il commissario tecnico, Didier Deschamps, non ha preso le distanze dalle parole dei suoi giocatori: "Sono cittadini e possono dire quello che ritengono giusto. Il calcio può unire tutti e il colore bleu dell Francia rappresenta la solidarietà, la comunanza e la diversità".

Deschamps era il capitano della nazionale campione del mondo del 1998. E anche allora la questione politica faceva discutere con Jean-Marie Le Pen, fondatore del Front National e padre di Marine, che ripetè più volte come fosse vergognoso che la nazionale schierasse giocatori di sangue non francese. "Non sanno nemmeno la Marsigliese" tuonò all'epoca, ignorando peraltro come i bleus anche nei decenni precedenti erano spesso e volentieri composti da figli o nipoti di stranieri. La vittoria di quella nazionale multietnica, peraltro con doppietta in finale dell'algerino Zidane fu un colpo durissimo per Le Pen, che peraltro perse malamente le politiche del 2002 in favore di Jacques Chirac.

Una polemica che si è ripetuta anche durante i Mondiali in Germania nel 2006, sempre Jean-Marie Le Pen parlò di una nazionale francese con "Troppi giocatori di colore", scatenando la reazione di Lilian Thuram, padre di Marcus: "Se vedete Le Pen ditegli che i giocatori della Francia si sentono francesi e amanno questa maglia e la nazione. Viva la Francia, ma non quella che vuole Le Pen".


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