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Non è più un'Italia che si dedica a dar calci agli spagnoli. Ma Spalletti valuta dei cambi

di Raimondo De Magistris
Fonte: Dal nostro inviato a Iserlohn, Germania

C'erano anche Scamacca, Frattesi, Bellanova e Raspadori quando nel marzo 2021 Ivan de la Fuente, al termine di una gara del campionato Europeo Under 21, accusò l'Italia di essere la solita Italia: "E' una squadra che si dedica a dare calci e oltretutto le viene permesso di farlo". La partita finì con tre espulsi, uno 0-0 che trascinò entrambe oltre la fase a gironi salvo poi esser eliminate - chi ai quarti, chi in semifinale - dal Portogallo.

Da allora sono passati poco più di tre anni. Dopo Qatar 2022 de la Fuente è stato promosso alla guida della nazionale maggiore e l'Italia, un anno fa, l'ha già ritrovata e battuta 2-1. Era il 15 giugno 2023 e quelle Furie Rosse avevano un'ossatura non troppo diversa da quella che verrà riproposta giovedì sera. Discorso completamente diverso per l'Italia: quelle di Enschede fu la penultima partita con Roberto Mancini, anche se in quel momento nessuno poteva saperlo. Era un'Italia con Toloi e Bonucci, Acerbi e Spinazzola, Zaniolo e Immobile. Era, insomma, un'altra Italia.

Giovedì sera de la Fuente si ritroverà di fronte Luciano Spalletti. Anche a detta dei giornalisti spagnoli, l'allenatore di Certaldo è tecnico più tikitakiano del manager di Haro. Dopo 138 partite la Spagna contro la Croazia ha chiuso la partita con meno del 50% di possesso palla, mentre l'Italia sabato sera ha controllato il pallone per più del doppio del tempo dell'Albania: "Perché anche i passaggini che sembrano inutili sono importanti. Creano lo spazio per andare a creare la situazione importante", dirà poi Luciano Spalletti.

E' una Spagna più verticale: ci sono le imbucate di Fabian e gli attacchi alla profondità di Morata. Soprattutto, ci sono esterni d'attacco tutto dribbling e velocità come Nico Williams e Yamal. De la Fuente si è adattato al materiale umano a disposizione: ha modernizzato il gioco spagnolo, ma non l'ha snaturato. Nessuno pensa, infatti, che le furie rosse in un colpo solo siano diventate altro rispetto a ciò che sono sempre state, nemmeno Spalletti che per la gara di Gelsenkirchen sta valutando la possibilità di schierare una squadra più fisica. Un undici che senza rinunciare al suo gioco potrà contrastare con più ruvidezza il palleggio spagnolo. Nella giornata di ieri ha provato la squadra con un difensore in più (Mancini), ha in mente una mediana più fisica con Cristante. Tracce sparse per la sfida più attesa del Gruppo B: l'allenamento di oggi, a porte chiuse, dirà qualcosa di più.


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