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Zeman difende la Spagna: "Non diamola per finita. Ha influito anche il Covid"

di Tommaso Bonan

"In ogni prima giornata di una grande competizione solitamente c'è una sorpresa, con una grande Nazionale che stecca, delude, perde o pareggia, come è avvenuto l'altroieri alla Spagna contro la Svezia". E' il pensiero di Zdenek Zeman, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport: "Un lungo possesso palla, nello stile che ha contraddistinto la Spagna negli ultimi 10 anni. Ma stavolta troppo sterile e senza il necessario movimento. Potevano segnare, certo, ma non ci sono riusciti, dando come altre volte in passato la sensazione del tanto rumore per nulla.

[…] Da qui però a sostenere come ho sentito, che la Spagna è a fine ciclo o che una certa filosofia calcistica sia da chiudere in un cassetto, ce ne passa. La realtà è che una generazione di giocatori spagnoli che ha fatto negli anni d'oro la fortuna di Barcellona e Real e della Nazionale non c'è più. Per quanto il livello complessivo resti alto, non è più eccelso come prima, quando la Spagna ha vinto tutto. Ma non me la sento di dire che la scuola spagnola sia diventata fuori moda, vecchia, non più adatta ai tempi. […] Più dei limiti della Nazionale in campo evidenziati in una prestazione non convincente e priva di gol, io credo che molto in questa preparazione spagnola all'Europeo abbiano influenzato i problemi di Covid avuti in ritiro e tutto il corollario che si sono portati dietro. Preparare in queste condizioni una partita è complicato e a questi livelli si paga".


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