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Scontri a Sofia a margine di Bulgaria-Ungheria: 4.000 tifosi inferociti contro il presidente Mihajlov

di Michele Pavese

Si è giocato a porte chiuse, ma questo non ha impedito la violenza. Quasi 60 agenti di polizia e tifosi bulgari sono rimasti feriti giovedì sera in seguito ai violenti scontri che si sono verificati a margine della sfida di qualificazione a Euro 2024 tra Bulgaria e Ungheria. Il match si è disputato a Sofia senza tifosi per l'alto rischio di scontri e manifestazioni contro la Federcalcio bulgara e il suo presidente, l'ex portiere Borislav Biserov Mihajlov.

Secondo il portavoce del pronto soccorso della capitale, ci sono sette persone ricoverate per trauma cranico, fratture e irritazioni legate al gas al peperoncino. La polizia, da parte sua, ha segnalato 33 feriti di cui "alcuni gravi". Sono 33 gli arresti in quella che è stata una notte folle, di "violenza senza precedenti", a detta delle forze dell'ordine.

Sostenitori da tutta la Bulgaria si sono radunati davanti allo stadio per chiedere le dimissioni di Mihajlov, in carica da 18 anni. Petardi, fumogeni, bottiglie di birra e persino pietre e pali stradali divelti: i partecipanti alla manifestazione hanno lanciato oggetti di ogni tipo e hanno anche dato fuoco a un veicolo delle forze dell'ordine. La polizia, mobilitata in maniera massiccia con più di 1.500 agenti, ha usato idranti per disperdere la folla di circa 4.000 persone

Mihaylov, 60 anni, si era dimesso nel 2019 prima di revocare la sua decisione ed è stato rieletto nel 2021, nonostante il suo precedente mandato fosse stato caratterizzato da sospetti di partite truccate e segnato da uno scandalo di insulti razzisti durante una partita contro l'Inghilterra nel 2019.


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