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Piqué: "Com'è possibile giocare 3 partite in sei giorni? Non sono qui per arrivare 2° o 3°"

di Michele Pavese

Gerard Piqué ha parlato ai microfoni di Movistar dopo il pareggio contro il Cadice. Il difensore del Barcellona ha affrontato diversi temi di stringente attualità: "Se a inizio partita mi avessero detto di firmare per il pareggio, non lo avrei fatto. Ovviamente volevamo vincere ma l'espulsione ha cambiato tutto e chiunque avrebbe potuto conquistare i tre punti alla fine. Il pareggio al momento è il male minore, sono orgoglioso di come ha giocato la squadra. Il problema è il calendario: ci hanno messo a giocare di lunedì, poi di giovedì, poi domenica. Una partita ogni 72 ore, non so come sia possibile. Non è una critica, ma una riflessione. I giocatori sono esseri umani".

Ha fatto discutere la tua frase "Questo è quello che c'è".
"Mi spiego meglio. Mi riferivo ai nuovi infortunati, ho detto anche che vogliamo competere per vincere. Non si indossa la maglia del Barcellona per finire secondo o terzo, voglio vincere dei titoli. Sono convinto, nonostante questo inizio, che lotteremo: la squadra è pronta, c'è entusiasmo, anche se dobbiamo affrontare questi momenti difficili. La situazione è complicata per tutti ma combatteremo fino alla fine, nessuno deve dubitare di questo. Abbiamo bisogno dei tifosi".

La situazione societaria: "Sono anni turbolenti, stiamo attraversando un periodo a cui non eravamo abituati. Abbiamo cambiato presidente, tanti allenatori... ma dobbiamo fare del nostro meglio per dare tranquillità. Tutti vogliono vincere, tutti sono capaci di lamentarsi o tutti possono remare nella stessa direzione. Siamo con il presidente e con l'allenatore, non c'è divisione".


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