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Ponciroli: "Base nazionale buona, manca seconda punta. Pellegrini? Espulsione grave”

di TMWRadio Redazione

Durante l'appuntamento odierno con L’Editoriale sulle frequenze di TMW Radio è intervenuto Fabrizio Ponciroli. Queste le sue parole:

Che nazionale hai visto ieri?
“Ieri nervosismo alle stelle, dopo i primi 40 minuti sembrava già tutto impostato, poi invece Pellegrini ma non solo per colpa sua ha combinato un guaio. Per me è un errore molto grave, dopo l’espulsione ero abbastanza certo che sarebbe cambiata la partita. Il pareggio alla fine è un buon risultato, a un certo punto ero convinto che il Belgio potesse sotterrarci. Detto che è una squadra mediocre, però noi ci siamo sfaldati ed è un mezzo miracolo aver portato a casa il 2-2”.

Gli esterni azzurri ce li hanno pochi in circolazione?
“La nazionale prima dell’espulsione mi è piaciuta molto. Abbiamo esterni che mettono palloni di qualità, i centrocampisti si inseriscono sempre e Retegui se tiene questo ritmo fa molto bene. Mi sembra una nazionale che gira bene, devo fare i complimenti a Dimarco per come ha risposto ad alcune domande. Sta dimostrando di essere un giocatore di prima fascia da anni, è uno dei migliori esterno d’Europa e non penso debba invidiare Calhanoglu. Non dobbiamo mai cadere nell’esaltare troppo certi giocatori, ci sono alcuni giocatori della nazionale che sono di ottimo livello. Abbiamo un problema atavico che è l’attaccante, forse con Retegui abbiamo trovato qualcuno che sa cosa fare davanti. Non è un fuoriclasse, ma sa cosa fare. Il problema che deve risolvere Spalletti è qualcuno che sappia giocare alle spalle di Retegui, che non può essere Pellegrini. Non può giocare in quel ruolo, non ha la forza mentale per reggere quel ruolo”.

Perché si insiste così tanto con Pellegrini quando si potrebbero fare delle scelte diverse?
“Secondo me perché non hai tante alternative, con la doppia punta non puoi giocare e stai adattando qualcuno in quel ruolo. La maglia della nazionale pesa, mi sembra Pellegrini stia vivendo un momento di difficoltà. Non stava facendo neanche male fino all’espulsione, ma a certi livelli un intervento del genere è grave. Tanti parlano di Maldini, ma è nato praticamente ieri e ha fatto forse cinque gol in Serie A. Le seconde punte le abbiamo uccise tutte, in quel ruolo abbiamo un deficit. Quando ripartiamo siamo fantastici, Frattesi quando si inserisce è uno spettacolo, la difesa è buona anche se non riesco a capire perché viene confermato sempre Di Lorenzo e questo è un dubbio che rimane. Tutto sommato non è una brutta nazionale, ma non abbiamo fuoriclasse e non abbiamo una seconda punta che possa fare la differenza. Bisogna poi fare la premessa che stiamo giocando la Nations League di cui non frega niente a nessuno. È sempre meglio di un’amichevole, ma andiamoci piano”.

Il problema della nazionale è legato alle scelte dei ct o alla qualità a disposizione?
“Io credo sia un discorso di qualità generazionale, arriviamo fino a un certo punto ma non oltre. Abbiamo fatto un figurone con la Francia, ma basta vedere le due rose per capire quanto siamo indietro. L’Argentina ha uno squadrone, la Spagna sta venendo fuori benissimo. Possiamo arrivare fino a un certo punto con le nostre risorse e con un gruppo che ci crede. Tutti si sono sacrificati per portare a casa il pareggio, questa è la cosa che mi è piaciuta di più. Ci manca quel quid dei fuoriclasse, l’unico è Donnarumma con Calafiori e Ricci che possono diventarli. Dimarco e Cambiaso sono due ottimi esterni, ma poi ci manca la qualità lì davanti. Montella non giocava in nazionale, adesso con l’Italia farebbe tre gol a partita. Manca un fuoriclasse davanti, purtroppo le grandi squadre li hanno”.

Che idea ti stai facendo dell’inchiesta sulla criminalità nelle curve?
“Era inevitabile questa indagine, era abbastanza ovvio che ci fosse qualcosa che non funzionasse. È passato anche fin troppo tempo, pensiamo alla diatriba della Juventus con la curva, è un’indagine che si sapeva sarebbe arrivata. L’importante è fare sempre le cose in maniera chiara, ricordandosi che gli ultras sono l’anima del calcio. Senza gli ultras non esiste il calcio live, poi bisogna definire il termine ultras. Un ultras è chi mette la propria squadra prima di tutto, il resto è criminalità. Chi mette l’anima dentro lo stadio è fondamentale, questo è ultras. Il coinvolgimento delle società non è facile da comprendere. Credo non sia facile per chi vive dentro una società evitare certi personaggi. Sei molto condizionato da questi criminali che non voglio definire ultras, non è semplice dire ok, me ne frego e non rispondo a nessuno. Non è così semplice, devi vivere queste persone nella quotidianità, te li trovi fuori dallo stadio, fuori dagli allenamenti e non è così semplice. Quello che dico è che questa indagine è arrivata molto tardi, Agnelli era stato il primo che ha cercato di dire basta ed è stato lasciato da solo. Questo non significa che non abbia commesso degli errori, ma aveva notato questo particolare. Poi magari la Juve è andata troppo oltre, ma aveva individuato il problema. Finalmente ci sono arrivati tutti, adesso l’importante è arrivare alla conclusione. Bisogna trovare il modo di eliminare la criminalità dalle curve, è possibile? Io non lo so”.


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