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Fiorentina, Very Gud!

di Redazione TMW

Raffaele Palladino ha dovuto attendere sei partite (quattro di campionato e due di Conference League) prima di festeggiare la sua prima vittoria sulla panchina della Fiorentina e anzi di fronte a una Lazio ordinata ha dovuto rincorrere a lungo la miglior disposizione possibile.
Il successo dei viola sui biancocelesti è il racconto di un continuo inseguimento, quello del tecnico, capace di cambiar volto tre volte alla sua squadra nell’arco di 90 minuti tutt’altro che noiosi

L’impatto di Gudmundsson - Certo, come spesso capita a decidere la partita sono stati gli episodi e di conseguenza i due tiri dal dischetto di Gudmundsson, ma l’ingresso dell’islandese segna una nuova strada da percorrere, probabilmente più in discesa di quanto non sia stata fino ad ora. Ancora la condizione non lo assiste al meglio, lo si è visto, eppure in termini di personalità Albert ha impiegato pochissimo a diventare centrale nel progetto tecnico, e non solo per la freddezza mostrata dal dischetto.

Palladino e tre moduli in 90 minuti - Il resto l’ha fatto anche il tecnico, che comincia la sfida con la difesa a tre orfana di Pongracic e che corregge il tiro in corsa. Se dopo l’intervallo l’arretramento di Dodò e Gosens riporta a 4 la linea davanti a De Gea (di nuovo tra i migliori) l’ingresso di Kouamè riporta l’assetto sul 4-2-3-1 di “italiana memoria” e il lieto fine rappresentato dai primi tre punti stagionali sembra la risposta migliore in ottica futura. Perché di questa vittoria avevano bisogno tutti, dai calciatori all’allenatore che dopo aver trovato il coraggio di cambiare sembra aver imboccato una strada diversa, certamente migliore.

Il pensiero del giornalista Angelo Giorgetti:
Vittoria importantissima, due pestoni valgono due rigori e tre punti, speriamo che la Fiorentina si lasci dietro tutti gli equivoci che l’hanno sciupata fino a qui. La difesa a 3, tanto per cominciare: il primo tempo è finito ancora una volta con la sensazione che la squadra fosse impaurita e fragile e Palladino _ finalmente! _ ha deciso di cambiare: fuori Biraghi e Quarta, difesa a 4 e Colpani scivolato a destra per aiutare Dodò.
Una specie di 4-4-2 con Gudmundsson _ finalmente anche per lui _ che ha dato la scossa a tutto l’ambiente. Doppietta all'esordio, cosa sperare di meglio?
Le stagioni a volte possono cambiare per pochi dettagli (e un paio di pestoni). Speriamo di non rivedere più quel 3-4-2-1 con due trequartisti che non aiutano e lasciano il centrocampo in inferiorità numerica, con alle spalle una difesa a 3 che serve a poco.
Comunque, diviso in sillabe, una vittoria im-por-tan-tis-si-ma.

L'opinione di Giulio Dini:
A parte la doverosa ode a Nuno Tavares, che ci regala una insperata - ed immeritata vittoria - bisogna chiarire che Firenze non può diventare la palestra personale di Raffaele Palladino.
Su questi presupposti è bene salutarsi adesso.
Perché il calcio ha dei principi oggettivi che danno sempre la stessa risposta: puoi pensare di essere il nuovo guru ma poi ti tocca rendere conto di quel che fai.
E se cominci il secondo tempo con la difesa a quattro e con Colpani a destra (a parte la
qualità di Gudmunsson, che caso mai sarà merito di chi l’ha comprato) allora vuol dire che finora hai giocato al piccolo chimico facendoci perdere punti per niente.
E questo si deve pagare.
La squadra, infatti, trova equilibrio nel mezzo, è più bilanciata e sta decisamente meglio in campo.
Quando comincerà a pressare più alto evitando di cedere volutamente 25 metri (aumentando il rischio con avversari dotati di palleggiatori come la Lazio) sconfessando definitivamente la partenza di Palladino, sono sicuro che cominceremo ad avere una identità.
Già, perché al di là dei risultati, il vero mistero è l’idea di gioco dell’allenatore.
Della partita c’è poco da dire: troppo centrocampo alla Lazio, difesa bassa e palla che ha stazionato nella metà campo viola per gran parte del primo tempo. A parte il palo di Colpani ( gol decisamente sbagliato) De Gea fa almeno due interventi decisivi.
Nel secondo tempo un pestone su Gud ed uno su Dodò aprono e chiudono le marcature viola con Kean - alla fine - nell’insensato tentativo di innervosire il compagno che, giustamente, è andato a battere anche il secondo rigore.
Nel mezzo una gara equilibrata con occasioni importanti per entrambe le squadre.
Il dopogara è il festival dell’onestà intellettuale.
Per Palladino grande partita e la necessità di dargli tempo di lavorare (solo a lui, perché agli altri 19 allenatori la squadra l’hanno fatta il primo luglio).
Per Baroni i pestoni possono essere anche tardivi e/o ininfluenti, le righe non contano.
Due partite alla sosta per vedere chi siamo o potremmo essere.
E per fare le valutazioni del caso.
P.S.
Palladino aveva detto che puntava su Sottil…

Riccardo Cucchi su X
Dopo il primo tempo. La Lazio cresce progressivamente dopo il palo colpito dai viola con Colpani.
DeGea in grande evidenza fino al cross perfetto di Tavares e allo stacco di testa di Gila. Partita piacevole questo Fiorentina-Lazio.
Male il risultato.
Ma nei 90' buona Lazio. Una Lazio che sa attaccare, che tira (20 conclusioni, 6 in porta), che mostra un DNA offensivo.
Ha tenuto le fila della partita, anche nel secondo tempo quando la Fiorentina ha cercato di cambiare la sua gara.


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