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Addio a Maradona. Il gol di mano non visto in Messico, ma annullato un anno prima ad Acerra

di Claudia Marrone

Acerra. Un sobborgo a nord di Napoli venuto alle cronache qualche anno per il termovalorizzatore, arrivato nel quartiere non senza polemiche, e venuto alle cronache, con i suo campetti in terra e fango tra le palazzine, quando nel 1985 ci giocò Diego Armando Maradona.
Pietro Puzone, suo compagno di squadra, volle organizzare, in un lunedì che la squadra aveva di riposo, una partita amichevole per raccogliere fondi che sarebbero serviti ad aiutare un ragazzino che si sarebbe dovuto sottoporre a un delicato intervento agli occhi, ma che non aveva soldi per essere operato fuori dall'Italia: i giocatori aderirono in immediato, ma il presidente Corrado Ferlaino si oppose, per paura che i giocatori si facessero male. Fece orecchie da mercante Maradona, che, dopo aver pagato l'assicurazione per tutti, arrivò in quel parcheggio adibito a campo, giocando come fosse una finale di Coppa del Mondo.
E un curioso episodio accadde: segnò un gol di mano, esattamente come un anno dopo in Messico, ma l'arbitro della partitella lo vide e annullò la rete.

"Maradona fece gol, ma ero in buona posizione e vidi che colpì la palla con la sua “manina”. Quando fischiai, tutti pensarono al fuorigioco, ma io indicai la mano e lui mi diede ragione. Ho raccontato questa storia ai miei figli e ai miei nipoti, non dimenticherò mai quella partita", il racconto di Pasquale Castaldo, ex arbitro ed ex vigile urbano che fu chiamato a dirigere quel confronto, al Corriere dello Sport.


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