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12 ottobre 2010, Italia-Serbia a Genova viene sospesa. Tutto merito di Ivan Bogdanov

di Andrea Losapio

Il 12 ottobre del 2010, allo stadio Ferraris di Genova, è in programma la partita fra Italia e Serbia, valevole per le qualificazioni a Euro 2012 che si giocherà in Polonia e Ucraina. In realtà non si giocherà mai per le intemperanze della tifoseria balcanica, comandata da Ivan Bogdanov, rinominato ben presto "Il Terribile".

Lo Zar di tutte le Russie centrerebbe poco geograficamente, molto di più per il metodoche aveva Bogdanov di indirizzare le proprie truppe. "Tutti i sovrani russi sono autocrati e nessuno ha il diritto di criticarli, il monarca può esercitare la sua volontà sugli schiavi che Dio gli ha dato. Se non obbedite al sovrano quando egli commette un'ingiustizia, non solo vi rendete colpevoli di fellonia, ma dannate la vostra anima, perché Dio stesso vi ordina di obbedire ciecamente al vostro principe".

Momenti storici a parte, la guerriglia parte fuori dall'impianto genovese, di recente squalificato per gli scontri fra Genoa e Sampdoria. Perché i serbi prima assaltano il proprio pullman, poi entrano in zona Marassi con fumogeni, cesoie e razzi, nell'impunità più totale di chi sarebbe deputato a controllare la situazione. Bogdanov, prima della partita, si mette il passamontagna e scala i vetri, tagliando poi la rete di protezione e roteando i fumogeni. L'arbitro scozzese Thompson rimanda la partita di 40 minuti, inizialmente.

Stankovic e i suoi compagni provano a mediare, la gara inizia ma dopo sei minuti viene sospesa definitivamente. Bogdanov fa il segno tre con le dita: è il gesto che sta per le tre C (nella trascrizione latina S) dell’alfabeto cirillico, ovvero Sloga Srbina Spasava, l’unità salva la Serbia. Non dal 3-0 a tavolino (e dalle diffide) che pioverà di lì a poco.


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