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Vives: "Il Torino deve avere fiducia in quello che fa e crederci"

di Elena Rossin
Fonte: Torinogranata.it
Giuseppe Vives
Giuseppe Vives
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Giuseppe Vives è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Vives si è da poco ritirato dal calcio giocato, ma ha militato nel Torino dal 2011 a gennaio 2017. Peppe con il fratello Raffaele ha fondato una scuola calcio a Casoria che fa parte dell’Academy del Torino Fc. Con lui che ha vissuto momenti belli e altri decisamente meno nel Torino abbiamo parlato delle attuali difficoltà della squadra granata.
Il Torino di oggi ricorda un po’ quello del 2012-13, anche se voi non perdeste mai in campionato sei partite di fila, ma comunque l’andamento fu altalenante e terminaste al 16° posto. Lei che idea si è fatto dell’attuale situazione?
“Dico la verità, non mi aspettavo che il Torino potesse fare un filotto così lungo di sconfitte perché ci possono essere anche delle difficoltà, ma bisogna reagire e cercare di uscire dalle situazioni difficili. Non metterei, però, sullo stesso piano questa squadra con quella del 2012-13 perché l'attuale rosa è buona e sono stati fatti investimenti maggiori rispetto a quelli di allora per costruire la squadra, infatti, ci sono giocatori importanti. Al momento la situazione è complicata perché sta mancando una reazione per cui mi auguro che riescano a trovare il giusto equilibrio e che il prima possibile facciamo un risultato positivo che può essere la scintilla per fare fino alla fine del campionato buoni risultati”.
Il Torino adesso ha cambiato allenatore e c’è Longo che l’ha allenata alla Pro Vercelli, ma che cosa può fare un giovane allenatore in una situazione di questo tipo?
“Moreno dalla sua ha il sentirsi dentro il Toro, quindi, ha una maggiore responsabilità verso la città di Torino e verso i tifosi del Toro. Sono sicuro che sta dando il massimo, ma non è facile neppure per lui perché è subentrato in una situazione difficile altrimenti non ci sarebbe stato il cambio di allenatore e credo che in questo momento bisogna avere la massima disponibilità da parte di tutti i giocatori, ma penso che ci sia perché nessun calciatore vuole andare in campo e fare brutte figure o trovarsi in situazioni del genere rischiano di soffrire fino alla fine. Sono sicuro che ognuno di loro dentro ha una forma di reazione per uscire il prima possibile da questa situazione. Penso che in questo momento bisogna stare calmi, ma allo stesso tempo bisogna avere grande cattiveria agonistica per cercare di fare punti subito e superare le difficoltà. Allo stato attuale la realtà è questa e il Toro sta avendo grandissime difficoltà, sono andato a vedere la partita con il Napoli, che è una buona squadra, però il Toro ha faticato moltissimo. Certo non é semplice conquistare punti con il Napoli, ma ho visto una squadra impaurita e questo non deve accadere perché alla fine bisogna giocarsela e non avere paura poiché il Torino ha giocatori importanti, ma bisogna trovare una coesione di intenti e tutti quanti insieme si deve remare dalla stessa parte per, appunto, cercare di uscire il prima possibile da questa situazione”.
Se tutto andrà come da programmi il Torino tornerà a giocare il 14 contro l'Udinese dopo un periodo di partite molto distanziate. Lo stop forzato causa Coronavirus può aiutare oppure no?
“Forse può anche aiutare perché così il mister puoi lavorare un pochino in più per cercare di far capire ai giocatori ciò che vuole lui.

In questo momento sicuramente bisogna lavorare sul fattore mentale che è quello che può fare la differenza perché sarà stato il problema principale di questa squadra, il mister non è uno sprovveduto e sa che deve lavorare proprio su questo e sicuramente lo sta facendo. Per cui avere un po' di tempo in più può agevolare e, come ho detto, mi auguro che il prima possibile il Toro possa fare risultati importanti in modo da uscire il prima possibile da questa situazione perché non merita di stare nella posizione in cui è. I ragazzi, i tifosi, la società e tutti non meritano di soffrire in questo modo”.
Da ex centrocampista, che cosa si può fare per far sì che il centrocampo possa supportare di più sia la difesa sia l'attacco?
“Possiamo dire mille cose, ma i giocatori sono gli stessi dell'anno scorso che avevano ottenuto anche risultati importanti. Se la squadra dell'anno scorso fosse stata stravolta allora si potrebbe pensare che sia stata indebolita, ma non è così ed è per questo che dico che il problema è di tipo mentale più che tecnico perché se un giocatore l'anno precedente ha disputato un'annata importante in quella successiva può attraversare un periodo particolare, ma non penso sia possibile che lo attraversino tutti. Non conosco i motivi delle problematiche del Torino perché non sono all'interno per cui da fuori si possono fare solo delle ipotesi, ma ritenendo che il problema sia di tipo mentale è su quello che si deve lavorare e i giocatori devono avere fiducia in quello che fanno e credere in ciò che stanno facendo. I giocatori non possono essere passati dall'essere dei fenomeni a brocchi da un giorno all'altro. Noi, come dicevo, possiamo fare mille ipotesi, ma sono loro i soli che possono e devono reagire in modo da risollevarsi e poi giocare a 3, a 4 oppure a 5 è una questione secondaria in questo momento”.
Ricominciare a giocare dopo il periodo di sosta forzata con l'Udinese è la cosa migliore oppure sarebbe stato meglio dover affrontare una squadra più forte?
“Quando si affronta una squadra forte le motivazioni arrivano da sole, mentre affrontare l'Udinese è molto, molto difficile perché è anche lei una squadra che ha bisogno di punti, sicuramente concederà poco e ripartirà in contropiede per cui bisogna stare attenti perché si ha tutto da perdere. Il Toro deve trovare un grande equilibrio e non cercare in tutti i modi di vincere la partita, anche che se è ovvio che deve vincerla con l'equilibrio e cercare in ogni gara di vincere, però non deve avere l'ossessione di vincere altrimenti rischia di perdere e poi dopo può veramente trovarsi in una brutta situazione. Per giunta si giocherà in una condizione anomala visto che non potrà esserci il pubblico per cui non sarà facile, però, bisogna che escano il prima possibile da questa situazione e mi auguro di tutto cuore che ci riescano”.
Crede che il Torino riuscirà a risollevarsi?
“Penso di sì, perché non riesco ad immaginarmi un Torino invischiato fino alla fine nella lotta per non retrocedere: non ci sta una cosa del genere. Però so anche che la situazione non è facile perché quando ci si trova a dover lottare per non retrocedere e non si è abituati si entra nello sconforto giorno dopo giorno. Quindi speriamo di trovare il giusto equilibrio e di iniziare a muovere la classifica e avere fiducia in quello che si fa perché se si ha fiducia nelle cose che si stanno facendo si va in campo uno spirito diverso”.
Cambiando argomento e parlando di lei, sempre impegnato con la sua scuola calcio?
“Sì, ma in questo periodo siamo chiusi anche noi perché dobbiamo tutelare i bambini”.

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Venerdì 3 Maggio 2024
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