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TMW RADIO - A. Moggi: "Attenzione alle possibili discriminazioni per chi va in scadenza"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020
Alessandro Moggi intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Il procuratore sportivo Alessandro Moggi è intervenuto in diretta a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio, ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Era auspicabile che si ripartisse, e non poteva essere diversamente alla luce del calo imponente di contagi. Credo sia un ottimo segnale, e che sia stato necessario affinché il calcio potesse riprendere senza soffrire una gravissima crisi economico-finanziaria".

La situazione delle scadenze contrattuali rischia di essere portata fino al gong.
"Forse sì, ed era uno dei principali problemi che andava risolto prima. Feci l'esempio di un giocatore che già dal primo luglio si era accordato con una squadra italiana, ed oggi non sappiamo ancora se la data sarà quella o il primo settembre. Ci sono problematiche di carattere formale, l'orientamento è di posticipare in deroga la scadenza dei contratti di altri due mesi. Al momento attuale si dice così, poi le società faranno trattative singole con i propri giocatori".

Forse meglio dividere in 14 mensilità quest'anno e 10 mensilità il prossimo. Per le scadenze come fare?
"Mi sento di dire che generalmente i calciatori vogliono concludere la stagione: ad ora non si può incrementare le rose e chi non proroga rimane fermo, non credo sia attuabile. Un conto è chi sta in continuità contrattuale anche per le stagioni successive, e quindi anche i fine prestiti, mentre è caso diverso per chi è svincolato al termine della stagione 2019/20, ed oggi cerca un contratto. Ci si potrebbe trovare di fronte ad una discriminazione, perché davanti ci si potrebbe trovare situazioni in cui una società paga meno perché l'inizio dell'impegno contrattuale è iniziato dopo e la stagione 2020/21 dura meno. Questa cosa è da gestire bene, in funzione degli atleti: giocheranno 14 mesi per un club e, nella migliore delle ipotesi viste anche le riduzioni dei salari, se ne vedranno pagati undici. Così non può finire".

D'accordo con le date del calciomercato?
"Non fare coincidere mercato e calcio giocato è impossibile. Sono a favore della riduzione ad un mese, e non più con una finestra lunghissima come negli altri che non serve a nulla. La formula è corretta, e quasi obbligatoria in funzione del fatto che tutto sia compresso entro un periodo breve".

Come va a finire la finale di Coppa Italia?
"Nei novanta minuti può succedere sempre di tutto, nell'arco di un campionato magari vengono fuori più nettamente i valori di un club come la Juventus. Sulla partita singola si gioca tanto su motivazioni e freschezza atletica e mentale. Oggi è tutto un punto interrogativo, si giocherà anche in uno stadio senza avere il pubblico davanti. Sulla carta per ovvi motivi può essere favorita la Juventus, ma il Napoli è un avversario ostico".

Sul fattore campo saranno rimescolate le carte?
"Direi di sì, oggi conta poco. Probabilmente può essere un handicap per quelle squadre che contano sul pubblico per una questione ambientale. Abbiamo visto che anche in Germania ci sono state tante vittorie in trasferta, e non dimentichiamoci delle cinque sostituzioni, una variante importante rispetto a quanto è sempre stato. Chi come la Juventus ha ventidue titolari è avvantaggiato sugli altri".

Che bilancio su Sarri e Conte?
"Conte parte da una posizione inferiore rispetto alla Juventus, colmare il gap con i bianconeri non è semplicissimo: per me è il miglior allenatore che l'Inter potesse prendere, combattere con la Juve è difficile. Non sono d'accordo che sia tramontata la possibilità di lottare per il campionato: se vincono con la Sampdoria sono sei punti dietro, ne rimangono trentasei in palio... Non vedo perché rinunciare in anticipo. Ricordo tanti anni fa uno Scudetto vinto dalla Lazio, che a sei partite dalla fine aveva sei punti di distacco dalla Juve, poi vinse a Torino con gol di Simeone e andò a vincere lo Scudetto. Poi però c'è anche la Lazio, cliente complicato per entrambe. La lotta Scudetto credo sarà bellissima fino alla fine, peccato non viverla coi tifosi sugli spalti".

Serve un regalo della Juventus perché la Lazio vinca lo Scudetto?
"Non credo che la Lazio abbia bisogno di regali, fino ad oggi ha dimostrato di essere competitiva, erano i più in forma di tutti quando si è fermato il campionato. Hanno anche l'attaccante più importante che abbiamo in Italia, forse al mondo. Per me si giocheranno le loro carte fino in fondo".

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