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La montagna di rabbia dei Della Valle ha prodotto un topolino

di Redazione TMW
Fonte: Leonardo Bardazzi firenzeviola.it
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© foto di Giacomo Morini

La Fiorentina è a pezzi, l’Empoli si gioca la vita proprio in quella che i suoi tifosi considerano la partita dell’anno. Sarà insomma un derby scivoloso, e non solo per le nubi plumbee che avvolgono la Toscana in queste ore. Il rischio è trovarsi di fronte a un avversario più motivato, più rabbioso, più determinato e disposto a tutto per prendersi il risultato. Andreazzoli ha una difesa fragile come il burro ma fa giocar bene le sue squadre e poi stavolta non ha scelta: deve vincere (l'Udinese, dopo il pari di ieri con l'Inter è a +5), sennò addio serie A. Il rischio figuraccia insomma è dietro l’angolo, anche perché la Fiorentina degli ultimi tempi è una candela ormai spenta e questo maggio rischia di essere una lenta agonia in attesa solo del fischio finale di una stagione da buttare.

In settimana Montella ha provato (ancora una volta) a battere i tasti dell’orgoglio e Della Valle ha fatto lo stesso: basterà? Onestamente è difficile da credere, il calcio insegna che quando spegni l’interruttore, è difficile riaccenderlo all’improvviso. Un pizzico di rabbia comunque è lecito attendersela, anche perché, dopo le legittime obiezioni alle scelte della società, stavolta nemmeno Pezzella e compagni sono stati immuni da critiche. La Fiorentina infatti (è bene ricordarlo) non vince dal 12 partite, è a un passo dai suoi record più negativi della storia (solo nel ’71 fece una striscia più negativa) e oltretutto deve ancora conquistarsi la salvezza. Potrebbe farlo già oggi a Empoli, ma come detto bisognerà almeno pareggiare il vigore che gli azzurri metteranno in campo.

Chiesa, in questi giorni a letto con la febbre, dovrebbe partire dalla panchina, e questo certamente non aiuta. Non ce la facesse, toccherebbe a Simeone e qui la domanda nasce spontanea: perché non Vlahovic? Perché non provare questo centravanti che tutti immaginano come speranza per il futuro? Il ragazzo, accettando il declassamento in Primavera, ha dimostrato carattere e personalità. Ha segnato a raffica e trascinato Bigica alla vittoria in Coppa Italia. Merita un’opportunità, tanto più in una Fiorentina abulica e spuntata. Montella (e questo è comprensibile) vorrebbe a tutti i costi vincere la sua prima partita, ma questo triste scorcio finale di campionato potrebbe diventare meno inutile solo provando qualcosa di nuovo.

A proposito di nuovo, la montagna di delusione della società per il momento ha prodotto il classico topolino. Niente cambi di poltrona, niente facce nuove, niente cambiamenti. Anche Montella, all’ipotesi (piuttosto fantasiosa per come gira il calcio in Italia) di un possibile suo ruolo di manager all’inglese, ha risposto secco: “Io faccio l’allenatore”. A fine stagione sapremo meglio i piani della proprietà, ma la rivoluzione chiesta a gran voce dalla città, non sembra esattamente all’ordine del giorno. Con queste premesse, la protesta del tifo organizzato andrà avanti sempre più rumorosa. Oggi i circa 300 che sfideranno pioggia e delusioni, faranno di nuovo sentire la loro voce, ma molto presto anche il Centro di Coordinamento ci metterà del suo. Insomma, siamo alle porte di un’estate bollente. Intanto però c’è questo maggio uggioso. Si parte oggi al Castellani, contro un pezzo di futuro viola come Traorè, il misterioso Rasmussen e Dragowski, uno che a Firenze è sempre stato una riserva ma che in azzurro sta dimostrando di meritare la serie A. Giocherà con il dente avvelenato, come tutto l’Empoli. La Fiorentina è avvertita. Un altro Sassuolo non sarebbe accettabile.

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Giovedì 23 Maggio 2024
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