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Claudio Nassi: “L’importanza di un bravo direttore sportivo...”

di Redazione TMW
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© foto di Massimiliano Vitez/Image Sport

Un presidente di Serie A ha chiesto a un addetto ai lavori consigli per un D.S.. Dopo qualche giorno ed aver esaminato quel che offriva il mercato, ha risposto di non averne trovato uno. Il caso ha voluto che un secondo presidente si facesse avanti con la stessa richiesta. Facile la risposta: "Ho già controllato i tanti nominativi. Non so chi suggerire". Chi parla è un attento osservatore. Conosce i vari operatori. La conclusione è semplice: non ce ne sono! D'accordo, il ruolo non è dei più facili, ma neppure impossibile. Ammettiamo che l'amico sia un perfezionista, ma, se anche fosse, la situazione non è bella. Ecco perché ripeto che si potrebbero formare, ma i corsi di Coverciano e i master delle varie università sono da dimenticare.

Se però da dieci anni non vinciamo una coppa europea e non abbiamo partecipato all'ultimo mondiale, vuol dire che il calcio è da rifondare. Un esempio? Leggo sulla "rosea" la formazione della Fiorentina. Poi gli acquisti e le cessioni. Tra i primi, con Amrabat e gli svincolati Bonaventura e Borja Valero, ci sono i calciatori rientrati per fine prestito, poi 13 cessioni ancora in prestito. Domando perché da anni non si riesca a vendere quelli in esubero, un numero incredibile, un danno sul piano economico. Commisso, che si preoccupa dei calcinacci caduti dallo stadio e continua a ripetere di aver messo troppi soldi nel club, dovrebbe controllare con attenzione. Quelli che non servono vanno ceduti e, se conosci il mestiere, sai come fare. D'accordo, la cosa più difficile è acquistare il top player, ma subito dopo devi essere un ottimo venditore, per non creare problemi al tecnico, lasciando una rosa pletorica, e incassare quanto più possibile.

Oggi la Fiorentina presenta una squadra non male, ma siamo sicuri che non poteva essere più forte se fossero arrivati Thiago Silva, De Paul e Thiago Alcantara? Il primo, svincolato, è finito al Chelsea, il secondo doveva essere acquistato dall'Udinese da un anno e il terzo, oggi al Liverpool, poteva arrivare per tempo, grazie all'ex compagno Ribéry. Che cosa sarebbe stata la Viola? Certamente una formazione ai livelli che le competono. Invece è stata persa un'occasione, come al tempo dei Della Valle, quando con Mancini, Piccini, Bernardeschi, Chiesa, Perin, Cragno, Salah, Ilicic, Muriel e Marcos Alonso si doveva pensare in grande. Oggi, invece, si aspettano soltanto i soldi di Mancini dal Perugia e di Rebic dal Milan. Chiudo con un proverbio USA, che spero Iachini non vorrà dimenticare: "Quando le cose contano, non cambiare: non la partner alla festa, né il gioco per la squadra".

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Domenica 5 Maggio 2024
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