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...con Mauro Meluso

di Alessio Alaimo
“Salvezza per la mia famiglia… e per Jonny. Quando sono arrivato ho avuto paura, raggiunto grande risultato. Futuro? Aspetto la proprietà, Spezia deve alzare l’asticella. Italiano? Spero resti”
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© foto di Niccolò Pasta

Una rivoluzione sul mercato, risorse limitate. E alla fine obiettivo raggiunto. La salvezza dello Spezia targato Mauro Meluso e Vincenzo Italiano ha il sapore di miracolo sportivo. “È il risultato di un gruppo di lavoro importante. Allenatore, staff e tutta la gente che si vede meno come il segretario Visci, il team manager Panetta e i miei collaboratori Antenucci e Melissano e tanti altri che anche se non hanno le luci della ribalta sono stati fondamentali”, dice il direttore generale dell’area tecnica delle Aquile a TuttoMercatoWeb.

Ha una dedica per la salvezza?
“Alla mia famiglia che in questo periodo ho trascurato e quindi mia moglie Roberta e i miei tre figli Filippo, Felice e… Jonny”.

Jonny?
“Si, un cane che ha trovato mio figlio in Salento: era disperso in spiaggia e ora è diventato uno di famiglia”.

Torniamo indietro di qualche mese. C’è stato un momento in cui ha temuto di non raggiungere il risultato?
“Ho avuto il terrore la notte, appena sono arrivato. Ci siamo trovati davanti una squadra da rifondare in poco tempo. Ho pensato che sarebbe stata una partita persa. Poi siamo riusciti grazie al mercato e all’abnegazione di tutti a centrare il risultato”.

E durante il campionato?
“Prima di giocare a Napoli venivamo da un periodo in cui mancava qualche risultato. Eravamo spacciati perché non potevamo pensare di fare risultato. Abbiamo tirato fuori una prestazione che ci ha fatti allontanare dalla zona rossa alla quale non ci siamo mai avvicinati”.

Lei in poco tempo ha conquistato l’ambiente. Anche il sindaco di La Spezia ha speso parole di elogio nei suoi confronti.
“Venivo da una retrocessione immeritata a Lecce. Ma i numeri parlano chiaro e quindi penso che la vecchia proprietà dello Spezia avesse guardato questi. A gennaio a Lecce abbiamo fatto quattro milioni di arrivo. Siamo retrocessi perché il lockdown ci ha condizionato tanto”.

A proposito del suo ex Lecce, ha perso la possibilità di andare in finale playoff a causa di un errore dal dischetto…
“Non ho visto la partita perché ero in Danimarca. Mi dispiace molto per Mancosu, è un ragazzo splendido, una persona speciale. Ma gli errori capitano. In ogni caso i risultati negativi quando si verificano hanno una spiegazione più ampia”.

Direttore, il prossimo anno lei e Italiano resterete allo Spezia?
“Ascolteremo la proprietà quando vorrà per capire obiettivi e programmi. Mi auguro che anche Italiano possa rimanere ancora con noi. Ci siamo trovati bene. Siamo in una fase di programmazione. Con il mister ne abbiamo anche parlato: è molto affezionato alla piazza, Ascolterà i programmi societari e poi agirà di conseguenza. È tutto in fase embrionale. Come il mister anche io aspetto di ascoltare i programmi della nuova proprietà e capire volontà e ambizioni. In funzione dall’anno prossimo lo Spezia deve alzare l’asticella. Quest’anno è stata raggiunta una salvezza insperata, bisogna puntare a qualcosa di più e ciò significa avere voglia di rinnovarsi ed essere ambiziosi. Anche se nell’immediato nessun investimento garantirebbe una salvezza tranquilla”.

Sui rinnovi invece, novità? Ricci, Bastoni e non solo.
“Non abbiamo avuto sviluppi. Aspettiamo indicazioni dalla proprietà”.

Che mercato si aspetta nella prossima sessione?
“Le difficoltà sono enormi. La Superlega era nata proprio per questo. La situazione economica ha creato qualche scompenso e quindi non mi aspetto un mercato scoppiettante. La Serie A però deve mantenere il suo standard e servirà creatività e scovare qualche talento”.

Di creatività lo Spezia ne ha avuta tanta. Lo dicono i numeri…
“Abbiamo preso venti giocatori mettendo in pratica un cambiamento strutturale. Sul mercato abbiamo speso 3 milioni e 23 di monte ingaggi lordi. Essere primi nel rapporto tra soldi spesi e punti conquistati è come vincere una Champions”.

Finale playoff: si gioca Cittadella-Venezia. Come la vede?
“Ho letto una dichiarazione di Marchetti che dice che i soldi non sono tutto. Lui fa miracoli da vent’anni ed è un grande professionista. Sta facendo qualcosa di straordinario, con poche risorse fa ciò che altri fanno con molto di più. Dovrebbe essere un modello di riferimento. Ma mi limito a dire, vinca il migliore”.

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