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TMW RADIO - Sogliano: "Un club serio mette 60mila euro e la C riparte. A settembre sarà uguale"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020
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Sean Sogliano, direttore sportivo del Padova, intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Sean Sogliano, ds del Padova, è intervenuto in diretta nel corso della trasmissione Stadio Aperto, in onda su TMW Radio: "In questa situazione è normale che trovare le decisioni perfette è difficile, per tutti, in generale, è stato un momento mai vissuto prima. Bisogna cercare di usare il buonsenso: come trovo giusto, nella fase iniziale in cui i vari settori lavorativi si sono fermati per rallentare il contagio, credo lo sia altrettanto ripartire, al pari degli altri ambiti. Se al mattino un operaio si mette la mascherina e va a lavorare, anche se non al 100%, pure i calciatori devono allenarsi, pensare alle partite. Fanno parte di una categoria, e deve ripartire al meglio che può. Il Consiglio Federale ha dato fino a fine agosto per terminare i campionati, è vero anche che il protocollo oggi è diverso, ha tolto cose impossibili come ritiri lunghi con costi esagerati, il blocco di tutti al primo contagiato... Permette di poter ricominciare, non al 100%, ma come tutti. Rispetto le decisioni delle altre squadre di C ma se siamo professionisti dobbiamo convivere con questa situazione, il costo dei tamponi non lo voleva nessuno, ma sono 50-60mila euro da qua alla fine. Ovviamente il mondo della Serie C era già in crisi prima, ma ci sono stati soldi risparmiati in questo periodo sugli stipendi, noi un mese e mezzo, e si possono reinvestire. Se qualcuno non ce la fa, il Consiglio Federale cercherà la formula giusta".

Ci sono club con alle spalle gestioni poco limpide, che vogliono trarre profitto? O non riescono ad andare avanti?
"Non mi piace fare i conti in tasca, so che abitualmente la Serie C è una categoria difficile da portare a termine, per tutti i presidenti. Non ci sono diritti tv, entrate di livello, è un campionato complicato. Con un risparmio su quattro stipendi da qui alla fine, però... Di 500mila euro non se ne parla, nessuno sarebbe in grado. Così non ne servirebbero più di 80mila e, senza nulla togliere a chi è in difficoltà, si spendono e si riparte. Dico che la voglia del Padova non è personale, siamo in una posizione in cui nelle dodici partite saremmo contenti di disputarci le possibilità di risalire, anche i playoff, in cui ci sono tante squadre. Non guardo il mio orticello, è un discorso che vale per i professionisti seri: a settembre se c'è chi non può ripartire, che si fa? Bisognerà rivedere il campionato, oggi è difficile far finta di niente":

Perché non si è percorsa l'idea di fare playoff e playout in ogni girone?
"Potrebbe essere una soluzione di riserva che, detto in maniera schietta, se consente di portare a termine il campionato in condizioni in cui servisse meno tempo, sia la cosa più giusta".

Bisognerà intervenire sulla sostenibilità.
"Qualche riflessione va fatta. Per carità: il calcio è bello perché tutti possono giocarsi le proprie chance, ma è proprio adesso che bisogna valutare e il Consiglio Federale lo farà. La preoccupazione si estende anche alla prossima stagione, tra due mesi non credo sarà cambiato tutto. Se tra due mesi invece sono tutti pronti, allora i problemi di oggi sono tutta una strumentalizzazione. Credo si stiano già facendo domande in Consiglio, io ho la mia idea".

Quando riprendete?
"Abbiamo iniziato ieri mattina, con i calciatori che hanno fatto allenamento individuale a piccoli gruppi, senza contatto, come hanno fatto anche le squadre di Serie A inizialmente. Faremo così fino al weekend, poi aspetteremo altri sviluppi e da lì casomai interverremo ancora sui controlli".

Che ne pensa della B a due gironi da venti squadre?
"Un conto sono i ripescaggi, un altro i cambiamenti di format. C'è un senso di sportività e budget per fare due gironi di Serie B da venti squadre con entrambi che si giocano la A. Cambiare tanto per è un conto, una riforma un altro: possono esserci aspetti positivi".

Cosa pensa dell'irricevibilità del protocollo esposta dai medici?
"Ai medici non posso dare responsabilità diverse dal suo ruolo, non valutare se una squadra è in grado o meno di spendere 50-60 mila euro. Se l'INAIL mette il contagio sotto forma di infortunio sul lavoro, capisco i medici, a meno che non si tratti di osservare un regolare protocollo. Se fai le cose fatte bene al campo, il medico non può prendersi altre responsabilità. Forse si riferivano al protocollo vecchio, ma bisogna capire anche di quanti e quali medici parliamo. Al Consiglio Federale erano 16-17 squadre che volevano giocare i playoff, e se volevano giocare penso fossero d'accordo anche i medici. Qual è il problema, la questione economica? Se in Serie A e B si può giocare, perché in C no? Il lato economico lo cura il presidente, non la federazione".

Il 28 sapremo tutto.
"Speriamo, noi intanto ci alleniamo. Mica si possono tenere a casa i giocatori tre mesi senza far niente... Nessuno lavora al 100%".

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Lunedì 6 Maggio 2024
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