Il Benevento torna in A. Cosa resterà della rosa attuale?
Il calcio è crudele. Il tempo della festa, delle celebrazioni, è spesso infinitesimale se rapportato con quello che si trascorre a lavorare, sul campo o nelle stanze della società. Ecco allora che il Benevento, fresco di promozione in Serie A, una volta smaltita la sbornia di felicità di questo weekend dovrà iniziare subito a programmare la squadra che nel 2020/2021 dovrà affrontare il secondo campionato di massima serie della sua storia.
La prima valutazione andrà fatta sugli elementi già oggi presenti nella rosa a disposizione di Filippo Inzaghi. Facile immaginare che lo zoccolo duro di una squadra che ha battuto molti record in B venga riconfermato: da Lorenzo Montipò, giovane portiere ex Novara, ad elementi di esperienza come Christian Maggio (capitano imprescindibile il prossimo anno) Luca Caldirola (che però piace al Napoli), Nicolas Viola e Gaetano Letizia, giusto per citarne alcuni, fino a quei giocatori come Roberto Insigne, Riccardo Improta e Andres Tello chiamati per la prima volta in carriera a dimostrare di essere elementi decisivi anche sul palcoscenico più grande.
Mister Inzaghi portato in trionfo dai suoi giocatori durante i festeggiamenti 😂#SerieB #DAZN pic.twitter.com/TZlGH7rUZc
— DAZN Italia (@DAZN_IT) June 29, 2020
E' chiaro, però, che qualche addio dovrà esserci, iniziando da Massimo Coda, attaccante in scadenza di contratto già nel mirino di club ambiziosi come Monza e Vicenza, e di quei giocatori che si sono dimostrati essere delle seconde linee, seppur di alto livello, nella stagione appena terminata. Perché è proprio in panchina che il Benevento, così come tutte le altre società neopromosse, dovrà fare il vero salto di qualità. In questo senso è da considerare l'arrivo di Loic Remy che sarà ufficiale nella giornata di domani. La Serie A non concede margine di errore e ogni elemento che entra deve essere il più vicino a livello qualitativo del calciatore che parte dal primo minuto.
Consapevoli che in A ci si salva con l'esperienza e che i giovani emergenti devono ritagliarsi il proprio spazio a suon di prestazioni e non di titolarità dovute alla mancanza di competitor. In questo senso il Benevento appare comunque già ben indirizzato: l'età media oggi è di poco inferiore ai 28 anni. La sensazione è infatti che servano ritocchi di coltello più che una vera e propria sfrondatura. Cercando di inserire altri elementi di valore assoluto per evitare che il secondo anno in Serie A si riveli una comparsata come quella di due stagioni fa.