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ESCLUSIVA TMW - Di Renzo: "Veroli potenzialmente da Serie A, Giorgini una bellissima sorpresa"

di Luca Cilli
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© foto di Matteo Ferri

In Serie B ci sono due giovani difensori che si stanno mettendo particolarmente in mostra. Andrea Giorgini infatti è diventato ben presto un punto fermo del Sudtirol di Pierpaolo Bisoli, mentre a Catanzaro Davide Veroli ha saputo ritagliarsi uno spazio importante in una squadra che da neopromossa sta disputando un campionato di vertice. In esclusiva per TuttoMercatoWeb il procuratore Carlo Di Renzo, che insieme al collega Jerry Palomba cura gli interessi fra gli altri anche dei due calciatori, ha analizzato il momento che stanno attraversando e fatto il punto anche sui possibili scenari futuri.

Di Renzo, in estate Veroli si è trasferito dal Cagliari in Serie B al Catanzaro. Si aspettava da esordiente un impatto così importante con la nuova squadra in una categoria comunque non semplice?
"Sono convinto che Veroli diventerà un grande giocatore. A Catanzaro ha la possibilità di lavorare quotidianamente con un grande allenatore come Vincenzo Vivarini che gli sta insegnando tantissime cose. Vivarini sa insegnare calcio, Veroli è un ragazzo molto umile e molto predisposto al lavoro e all'apprendimento. Ecco perché dal mio punto di vista nei prossimi anni Davide potrebbe arrivare anche in categoria diversa".

Il Cagliari sta seguendo il percorso che sta facendo a Catanzaro?
"Assolutamente si, il Cagliari lo sta seguendo ed è molto attento alla sua crescita. Anche il direttore sportivo Nereo Bonato è in contatto con Veroli per chiedere come stava, come si trovava in questa sua nuova esperienza. C'è da parte loro l'interesse nel vedere da vicino i progressi che sta facendo nel Catanzaro, un club dove si trova molto bene. Potenzialmente Davide ha tutte le carte in regola per giocare in Serie A perché ha struttura e qualità tecniche da massima serie. Deve migliorare in aggressività, ma di questo lui è il primo a esserne consapevole e si sta applicando per lavorare su questo aspetto. Magari potrebbe giocare in Serie A l'anno prossimo proprio con il Cagliari oppure con il Catanzaro, ma a prescindere lui in A ci arriverà di sicuro fra qualche anno. Se dovessi indicare un modello di riferimento per paragonarlo a qualcuno dico che è un difensore che assomiglia a Bastoni dell'Inter. Ma per me dovrà essere sempre Davide Veroli e deve pensare solo a se stesso. Ha la fame giusta per arrivare in Serie A e le giuste qualità per riuscirci".

Un'altra sorpresa in Serie B a livello di difensori è Andrea Giorgini. L'anno scorso giocava in C a Latina e quest'anno è diventato titolare inamovibile del Sudtirol. C'era da aspettarselo?
"Sinceramente non mi aspettavo un suo impiego così costante nel Sudtirol al suo primo anno di B. Ci speravo perché credo troppo in Giorgini, e quando ho visto che è riuscito a ritagliarsi un suo spazio sono rimasto molto contento. Appena ha avuto la minima possibilità per mettersi in mostra ha dimostrato quelle che sono le sue qualità, può diventare un difensore importante. Giorgini è partito dalla Beretti del Fano, dunque dal basso. E piano piano si è conquistato tutto con il lavoro. Andrea è un ragazzo molto serio, ha fame e voglia di arrivare, e lavora tutta la settimana esclusivamente in base alla partita. Cura i minimi dettagli, e sono pochi quelli che a 20 anni hanno compreso l'importanza di curare specialmente anche gli aspetti più piccoli. Al Sudtirol ha incrociato Pierpaolo Bisoli che è un maestro di calcio e può insegnare molto, e pure per questo motivo Giorgini da qui in avanti può solamente migliorare".

In vista del mercato di gennaio hai già ricevuto qualche interessamento per Veroli e Giorgini?
"Credo che attualmente nel panorama calcistico italiano ci sono pochi difensori con determinate caratteristiche. E' chiaro che in un contesto del genere quando emergono due giovani come Veroli e Giorgini, con specifiche caratteristiche e struttura fisica, che sono dei titolari in Serie B, è logico che agli osservatori non sfuggono i loro profili e ne vanno a seguire costantemente i miglioramenti. Parlare di mercato adesso è prematuro ma spero che possano diventare due pezzi pregiati perché sono calciatori che si stanno costruendo il proprio futuro con il lavoro quotidiano e con dei percorsi giusti. E il percorso giusto per un giocatore è qualcosa di fondamentale".

A Cosenza un vostro assistito è il capitano Tommaso D'Orazio che resta una garanzia di sicurezza e affidabilità. Proprio per questo motivo c'è un pizzico di rammarico per non aver avuto un percorso diverso?
"Io glielo dico sempre a D'Orazio, a volte ci scherzo anche su. Ma se avesse la fame e la testa che ha oggi a 18-20 anni oggi sarebbe tranquillamente in un'altra categoria. Lui è un calciatore che è arrivato tardi, basti pensare che a 24 anni giocava nel campionato di Eccellenza. E quando si arriva tardi poi non sempre è facile e risalire è decisamente complicato. Nonostante tutto è arrivato in B, a Cosenza è diventato anche il capitano ed è galvanizzato da questa grande opportunità di indossare la fascia. Sono felice e parecchio per lui, perché da giovane ne ha passate tante e adesso invece si ritrova a essere il capitano di una società importante come il Cosenza. E' un orgoglio per lui e per noi perché è riuscito a realizzare il sogno che aveva da ragazzino. Se chiuderà la carriera a Cosenza? E' presto per dirlo. Se dovesse arrivare la possibilità di restare anche per altre stagioni sono convinto che resterebbe ancora per tanti anni perché si sente molto legato alla città, al club e alla tifoseria".

A differenza di quanto accade con le nazionali giovanili dove gioca e segna, alla Sampdoria Marco Delle Monache sta faticando a trovare spazio. Come mai?
"In questo momento la Sampdoria non sta andando bene e Delle Monache anche per questo motivo non sta trovando molto spazio. E' sempre un 2005 alla sua prima esperienza lontano dal Pescara, c'è anche bisogno di tempo per ambientarsi in una realtà differente. Da lui ci aspettiamo tanto così come tanto da Delle Monache si aspetta la Sampdoria".

A gennaio potrebbe andare via in prestito dalla Sampdoria per provare a giocare con una maggiore continuità?
"In questo momento è un qualcosa di molto precoce. Delle Monache è andato alla Sampdoria con la convinzione di restarci, dunque l'ipotesi di andare via non l'abbiamo mai valutata ad oggi. In questo momento lui è concentrato sul presente, se dovesse cambiare lo scenario vedremo ma sono convinto che a breve dimostrerà tutto quello che è il suo valore appena ne avrà la possibilità".

Nella Triestina che sogna il ritorno in Serie B il vostro Facundo Lescano si sta nuovamente affermando a suon di gol. Considerato che in C è un'assoluta garanzia, inizia ad andar stretta anche a lui questa categoriaa?
"Mi auguro che la Triestina possa essere promossa in Serie B anche grazie ai gol di Facundo Lescano, chiaramente facciamo sempre il tifo per le squadre dove ci sono i nostri calciatori. Il progetto del club è ambizioso e abbiamo creduto fortemente in ciò che sta facendo la società. Lescano per quello che ha dimostrato negli ultimi anni merita la Serie B, in Serie C è un autentico lusso e lo sta dimostrando nel corso delle ultime stagioni. Lo scorso anno a Pescara con gli è stato d'aiuto, Attilio Tesser nella Triestina può completarlo. Se era proprio impossibile una sua permanenza al Pescara? E' una domanda che va fatta ad altri ma oggettivamente era molto difficile per tante ragioni".

Di Renzo, conosce molto bene il direttore sportivo della Salernitana Morgan De Sanctis. Così come la squadra anche lui è stato criticato per le scelte di mercato fatte in estate. Pensa che comunque il club possa riuscire a lottare fino in fondo per mantenere la categoria? O qualcosa è stato sbagliato?
"Parto da un presupposto: Morgan De Sanctis è una persona di una serietà unica, e nel mondo del calcio di persone così ce ne sono poche. Sarei felicissimo se riuscisse a risolvere i problemi che si sono venuti a creare. La Salernitana non sta ottenendo i risultati che si aspettava ma sono convinto che in estate De Sanctis è riuscito a costruire una buona squadra che non è inferiore ad almeno 6 o 7 squadre di A. Chiaramente poi servono i risultati. Inoltre ha dovuto fare i conti anche con la vicenda legata al precedente allenatore Paulo Sousa che è stata parecchio complessa. La situazione non è semplice perché le altre concorrenti stanno facendo punti però spero che la squadra e De Sanctis possano uscire da questo momento. Morgan è un grande lavoratore, un dirigente che vive il calcio 24 ore al giorno, crede nello scouting e a prescindere da come andrà la stagione della Salernitana sono convinto che farà parte del mondo del calcio per tantissimi anni e ad altissimi livelli".

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