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Cittadella, Salvi: "L'obiettivo resta la salvezza. Sarebbe già una vittoria per noi"

di Daniel Uccellieri
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Alessadro Salvi, terzino del Cittadella, è stato intervistato da Ilovepalermocalcio.com in vista della sfida con la sua ex squadra, il Palermo: "Arriviamo carichi perché veniamo da otto gare senza perdere e stiamo bene fisicamente. Affronteremo una squadra forte come il Palermo e quanto successo all’andata ci ha galvanizzato. Però il girone di ritorno è un altro campionato e affrontare subito i rosanero non è sicuramente facile. Che vinca il migliore".

Il Cittadella è stata una delle migliori rivelazioni della prima parte di campionato. Con questa classifica, il vostro obbiettivo rimane sempre la salvezza o ambite già a qualcosa di più prestigioso?
"L’obbiettivo principale rimane la salvezza perché per una società come la nostra è già una vittoria. Una volta raggiunta ovviamente proveremo a raggiungere qualcosa di più importante in quanto giocheremmo con più tranquillità. Questa è una piazza molto tranquilla e serena e questo è sicuramente un punto di forza in più".

Quali sono i punti di forza di questo Cittadella?
"Innanzitutto il gruppo che è sempre stato fondamentale anche quando vestivo questa maglia prima di andare al Palermo. Poi senza dubbio l’unione, ovvero il fatto di non lamentarsi mai, di correre anche dopo aver sbagliato…Inoltre l’ambiente, come detto prima, fa tanto perché non giochi in piazze come Palermo e Ascoli dove sei pressato ogni settimana. D’altronde siamo in una realtà di 20.000 abitanti. Si lavora serenamente e quando le cose vanno male sei comunque tranquillo".

A proposito di Palermo e della sua piazza: quali emozioni hai provato e cosa ne pensi del Barbera che, in quella gara, fischiò l’intera squadra?
"Sicuramente è stato bello tornare in quello stadio e in quella città nonostante abbia vissuto solo l’anno del fallimento. Tuttavia ho ricordi positivi: piazza eccezionale, gente splendida, la società non ci ha mai fatto mancare nulla seppur avesse i suoi problemi, a parte qualche ultimo stipendio ma penso che, purtroppo, sono cose che in un percorso da calciatore possono accadere. Io sono stato veramente bene qui e mi ha fatto piacere tornarci. Quanto ai fischi mi dispiace perché sono ragazzi come me ma credo che il campionato sia ancora lungo per rifarsi e con questo organico il Palermo possa ancora ambire al primo posto perché non è così lontano".

Dopo l’anno del fallimento hai avuto opportunità concrete di tornare a Palermo?
"Purtroppo no perché ci sarei tornato volentieri. Sono stato bene, la città è bella, il clima è favoloso e io che sono nel nord ne so qualcosa (ride, ndr). Inoltre la mia carta d’identità parla chiaro ed è anche giusto che la società punti a giocatori più giovani. Io, come ormai dico a tutti, punto a chiudere la carriera al Cittadella, anche in caso di offerte irrinunciabili. Ho comprato casa qui e ho deciso di non muovermi più sia per me sia per una stabilità familiare e dare una certa tranquillità anche ai miei figli".

Quali sono secondo te le favorite per vincere il campionato?
"A livello di solidità ti dico il Parma che è anche stata quella con più continuità. Inoltre l’organico della Cremonese è di alto livello in quanto ha praticamente due squadre. E poi, ovviamente, il Palermo perché ha giocatori che gli permetteranno di giocarsela fino alla fine al di là del posizionamento finale. Ha avuto delle difficoltà ma fa parte del percorso anche per via dell’inserimento di giocatori nuovi".

Quali sono i giocatori che ti hanno impressionato di più nel girone d’andata? Nel Palermo c’è qualcuno per cui stravedi maggiormente?
"Nel Palermo c’è Di Francesco. Essendo difensore marco certi giocatori e lui secondo me, anche se all’andata era assente, con la Serie B c’entra poco. Anche Di Mariano è uno dei quei giocatori fastidiosi, veloci e pericolosi. Quanto alle altre mi hanno impressionato Katseris, molto giovane e che può arrivare lontano, e Pedrola della Sampdoria".

Del Cittadella, invece, chi ha buone chances di fare carriera?

"Se devo sceglierne uno dico Carissoni. Anche se ha 26 anni l’anno scorso giocava in Serie C con il Latina e sta dimostrando, secondo me, che può giocare anche in Serie A. Può giocare sia a destra sia a sinistra, è umile ed è un profilo interessante".

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