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Brescia, Inzaghi: "Avevo timore di mancare la partita, ma la società mi ha dato tranquillità"

di Simone Lorini
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Parlando in conferenza stampa, Pippo Inzaghi analizza così la novità della settimana, la nascita del figlio proprio a Brescia, città che ha scelto per la sua carriera dopo la retrocessione col Benevento: “Diventare padre è davvero un qualcosa che fin che non provi non puoi capire. Non è stato semplice concentrarsi sulla partita, ma sapevo che la squadra era in buonissime mani. Anzi sapevo che sarebbero andati meglio anche senza di me (ride, ndr). Pensavo che mio figlio nascesse in tempo e che potessi esserci alla partita con la Cremonese. La mia compagna non stava molto bene, ma mi ha sopportato anche in quell’ora e mezza del match, come per altro fa da tanto tempo. E’ stato bello vedere in televisione la mia squadra giocare in quel modo. Voglio ringraziare la Poliambulanza di Brescia e tutti i bresciani, c’è grande affetto verso di me. Brescia mi ha sorpreso, deve essere orgogliosa di avere ospedali così dove c’è umanità e preparazione. Ringrazio il dottor Zanini, gli anestesisti, infermieri, pediatri. Brescia è un’eccellenza. Grazie anche all dottoressa De Blasio che ci aveva già seguiti a Benevento”, ha raccolto BresciaInGol.it.

Ha stabilito un patto con Brescia dopo la nascita di suo figlio in questa città?
“Il patto l’ho fatto fin da quando sono arrivato. Anzi ancora quando un ragazzino e con mio papà venivo da Piacenza a Brescia per vedere la serie A. Il presidente mi ha fatto sentire importante, anche per questo non ho accettato altre proposte che pure avevo in estate. Ci saranno vittorie e sconfitte, ma se mi vogliono fare 5 anni di contratto lo firmo subito. Non ho ambizioni di andare da un’altra parte. Mi sento felice, stimato, voglio rendere tutti orgogliosi del mio lavoro”.

Con Cellino come avete vissuto questi ultimi giorni?
“Il presidente chiamava la mia fidanzata tutti i giorni per sapere come stava. Ho 300 messaggi sul telefonino, non sono ancora riuscito a rispondere a tutti. E’ bello sentirsi amato, certamente fa parte del lavoro che faccio, ma vuol dire che ho tanta gente che mi stima. Avevo timore da giorni di mancare la partita, ma la società mi ha lasciato tranquillo. Sapevo che se c’era mezza possibilità sarei scappato”.

Con l’arrivo di Marroccu ti senti più protetto?
“No perché se non mi fossi sentito protetto non sarei rimasto dopo che sono andati via gli altri direttori. Ora ci sono persone che voi conoscete bene e non hanno bisogno delle mie presentazioni. Non abbiamo scuse, abbiamo il massimo per fare il massimo. Abbiamo tutto da serie A in fatto di organizzazione, anche se sappiamo che non basta: dobbiamo meritarcela questa promozione. Quando sarà il momento giusto torneremo dove compete a questo club. Non basta avere i giocatori più bravi, bisogna essere squadra. Nel primo tempo con la Cremonese abbiamo giocato da squadra vera contro un avversario che un po’ si nasconde, ma è da primi posti. Quel primo tempo doveva finire in un altro modo poi è ovvio che se le gare non si chiudono possono finire in ogni modo”.

Adesso arriva il Lecce…
“Se ci avessero detto di fare 4 punti tra Cremonese e Lecce avremmo firmato. Ne abbiamo già fatti 3, cercheremo di farne altri. Parto dal presupposto che anche a Perugia non meritavamo di perdere e con il Como meritavamo di vincere. Ora hanno valore le prestazioni più della classifica. Se arrivano le vittorie meglio, ma non è che eravamo scarsi prima e ora siamo fenomeni. Dobbiamo dare seguito alle nostre prestazioni. Veniamo da due gare dove non abbiamo preso gol, quello di Perugia è un rigore quindi”.

Baroni ha detto che il suo Lecce si esalta più le partite diventano difficili e quella di Brescia lo è…
“Anche noi ci esaltiamo in questi match. Finalment vedrò la nostra Curva, finora me la sono persa al completo. Anche se certo giocare alle 18 non aiuta a riempire gli stadi. Il Lecce è forte, doveva già andare in serie A l’anno scorso. Ritroverò Coda come avversario, un giocatore al quale sono legato. Come si ferma? Lo stimo tanto, ma anche loro devono preoccuparsi dei nostri giocatori. Con Massimo ci legano bei ricordi a Benevento, lo saluterò volentieri”.

Che gara può uscire?
“Mi piacerebbe vincere una partita sporca, vorrebbe dire che stiamo crescendo. Dobbiamo arrivare però alle vittorie tramite le prestazioni e il gioco. Dobbiamo diventare più cattivi vicino alla porta in questo momento. Lo siamo stati all’inizio, abbiamo un po’ perso questa caratteristica. Al di là che siamo il miglior attacco potevamo fare qualche gol in più. Con la Cremonese un po’ di calo era naturale averlo, loro dopo l’intervallo si sono sistemati anche in un altro modo e ci hanno messo in difficoltà. Giocare in casa sotto la nostra curva è importante, i giocatori lo sentono e vengono spinti a fare un pressing in più. Abbiamo una tifoseria che centra poco con la serie B”.

Farà qualche cambio in formazione?
“Qualcosa faremo. Ho una rosa importante. Questi ragazzi mi lasciano le notte insonni a pensare chi lasciare fuori e chi far giocare. Dobbiamo trovare certezze, non è il caso però di cambiarne 5-6 alla volta perchè così perderemmo qualcosa. Abbiamo un’altra partita anche lunedì, un po’ di turnover ci sta”.

Indisponibili Ayè, Léris e Labojko?
“Sì. Léris è quasi pronto”.

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