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Venezia, Zanetti: "Il mio rinnovo un segnale forte. Grazie al club sono invidiato da tanti"

di Pietro Lazzerini
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Paolo Zanetti, allenatore del Venezia, ha rilasciato una lunga intervista a TuttoVeneziaSport ripartendo dal rapporto molto forte che si è instaurato tra il tecnico e l'ambiente: "L’empatia che si è creata è stata rara, non facile da creare. Credo sia nata non solo per i risultati ma anche per la proposta che portiamo. Mi butto nel fuoco per le persone che sono sincere, oneste, critiche ma con la giusta causa e dove non sento malizia. In quel caso cerco sempre di contraccambiare. In altri posti non sempre questo succede, per tanti motivi. Qui tutte le componenti sono andate nella stessa parte, quando c’era negatività si è cercato di far dare di più alla squadra senza perdere fiducia e autostima".

Cosa significa per lei essere stato l'uomo che ha riacceso l'entusiasmo di una città intera?
"Da quando sono arrivato qui ho avuto la fortuna di lavorare con un gruppo straordinario, parlo del gruppo dell’anno scorso ma non solo dei calciatori, anche di chi c’è in società. Ho conosciuto un ambiente meraviglioso, penso che in pochi posti possa esserci una simbiosi come quella che si è creata tra di noi. Penso possa permetterci di dare continuità di risultati".

La vostra identità è forte fin dall'iniizo della stagione e la state proponendo anche in A.
"L’identità serve a proporre qualcosa che possa divertire chi ci guarda, ma può servire anche nei momenti di difficoltà, attaccarsi in qualcosa che si conosce. Senza quello si cade un po’ nella disorganizzazione, inizia il mondo degli alibi, noi curiamo tutti i dettagli, lavoriamo sempre per la maglia questo è determinante e non possiamo prescindere dalla nostra identità. La linea della società è chiara, i calciatori sanno cosa ci si aspetta a Venezia sotto tutti gli aspetti".

Il valore aggiunto della squadra è la sua qualità tattica, quanto è importante la vostra duttilità in questo senso?
"È importante perché è giusto sapere chi siamo, con grande umiltà. Noi siamo una squadra dove forse un giorno qualcuno diventerà campione, oggi campioni non ne abbiamo, né il tecnico né i giocatori. Stiamo lavorando per diventarlo. Incontriamo invece squadre piene di campioni o che ne hanno almeno qualcuno e quindi dobbiamo sopperire con altro, la tattica è importante perché si riesce a mascherare dei limiti lavorando di squadra e senza per forza essere schiavi di un giocatore solo".

Come si lavora sulla testa del gruppo dopo due batoste come quelle contro Spezia e Salernitana?
"Io cerco di essere me stesso e dire quello che penso, strade che non siano dirette non ne conosco, vado dritto al punto anche se è scomodo. Prendo i giocatori di petto questo è chiaro. Lavoro sull’autostima, la pretesa dev’essere alta, io non mi sono mai preparato un discorso. Gli allenatori che ho avuto io mi rendevo conto che dicevo qualcosa che avevano preparato e quando succedeva non mi arrivavano al cuore. Al di là della lingua, spesso toni e sguardi aiutano, essere veri credo che sia la chiave. Non voglio nessun rimpianto, non so come andrà questa stagione, ma voglio chiuderla dando il 100% e contro Spezia e Salernitana qualche rimpianto lo ho avuto. Posso perdere con chiunque, ma con qualcosina in più in quelle gare avremmo potuto ottenere almeno un punto a gara o addirittura vincere e siamo mancati non in aspetti tecnici ma dal punto di vista mentale".

Cosa l'ha spinta a firmare un contratto così lungo l'estate scorsa?
"Anche qui rispondo in modo semplice, ho fatto una scelta di cuore, non ho fatto scelte economiche o di prestigio (sulla carta). Quello che ho trovato qui è un qualcosa che qualunque allenatore desidera, penso di essere invidiato da tanti, invidiano la mia possibilità di potermi esprimere, io qui mi sono espresso, poi potevo andare in un modo o in un altro, però noi ci siamo espressi, ho messo dentro le mie idee, la società mi ha dato tutto per rendere e questo è un patrimonio che non posso disperdere. Non sono ipocrita, nel calcio esistono cicli e momenti, fa parte del calcio e non voglio fare promesse che poi i fatti smentiscono, però un segnale forte l’ho già dato rifiutando squadre di un certo livello credendo nella causa Venezia. Non sono rimasto pensando di arrivare ultimo, credo in quello che stiamo facendo e nelle nostre possibilità, sapendo che difficoltà ci sono".

Quanto è importante la tifoseria per i vostri risultati?
"È determinante, spero che tantissime persone possano aderire a questa cosa, davanti abbiamo partite meravigliose contro squadre incredibili e spero che vengano a vedere anche noi oltre a loro. Per noi è un aiuto determinante, il dodicesimo uomo in campo in questo campionato è fondamentale, forse anche il tredicesimo o il quattordicesimo qualche volta (ride ndr). Il campionato è fatto di passione vera e servono i tifosi".

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Domenica 19 Maggio 2024
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