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Torino, Giampaolo: "Consapevoli delle difficoltà: nessuno dorme sereno"

di Emanuele Pastorella
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Il tecnico del Torino, Marco Giampaolo, presenta la sfida di domani contro l’Udinese: “Sarà una partita ostica, loro sono quadrati e vengono da un buon momento: hanno fatto risultati importanti, ci siamo preparati perché siamo nelle condizioni di non guardare in faccia l’avversario. Tutte le gare sono difficili, siamo preparati per affrontarla al meglio: servirà pazienza, loro hanno caratteristiche precise ma siamo pronti”. L’allenatore granata, attraverso i microfoni del canale tematico Torino Channel, ha risposto alle domande dei giornalisti.

Quali sono le corde giuste da toccare nei giocatori?
“Non bisogna bluffare con loro, ma dire le cose come stanno e analizzare bene il momento, oltre alle nostre prestazioni. Il mio approccio è sui contenuti, andare a guardare l’ultima partita e valutarla nel complesso. Poi i gol spostano gli equilibri e i giudizi, c’è da fare una presa di coscienza e lavorare tanto e parlare poco, abbassando la testa. Non si vive di giustificazioni, ma di fatti. Ed è ciò che chiedo a loro. Ma sono allineato e coperto”.

Cairo ha detto che ha stima in lei e che non si possono prendere gol in fotocopia.
“L’attestato di stima mi fa piacere, ma sono consapevole che non è sufficienti perché devi fare i risultati. E non sono sufficienti nemmeno le prestazioni. I gol subiti sono una mia responsabilità: martedì mattina abbiamo fatto un’ora di lavoro su quello, è stato un puntualizzare ulteriormente gli aspetti che ci hanno portato a prendere due gol quasi in fotocopia”.

Qual è l’insegnamento del derby?
“Abbiamo bisogno di punti per la classifica e di virgole, che sono dettagli. Il nostro sentimento, prima della Juve, era quello di fare un risultato pieno: non al 75’ quando eravamo sopra, ma lo avevamo già prima di cominciare”.

Rifarebbe le stesse scelte nel derby?
“Abbiamo perso per dettagli, lo confermo, e faccio riferimento anche al valore della Juve. Ma loro il primo tiro lo hanno fatto nel primo tempo, poi solo la deviazione di Lyanco e dopo i due gol. I cambi? In panchina avevo tre difensori per tre difensori, quindi a meno che non si faccia male qualcuno è inutile. Poi due con il post-Covid senza allenamento, Vojvoda e Gojak, e Lukic aveva fatto solo un allenamento. E poi avevo Bonazzoli, Edera e Vianni, le sostituzioni al Toro erano o Bonazzoli o Lukic, con punto interrogativo, o Segre, ma per caratteristiche non è un cambio in grado di spostare equilibri offensivo ma è di contenimento. Da quel punto di vista, sgombriamo il campo. Lukic ha fatto l’attaccante con il Sassuolo e con la Lazio, e aveva segnato, quindi non abbiamo perso per il cambio: e meno male, se si perde per i cambi è un casino”.

Come cambia varia sempre i difensori?
“Nelle altre squadre non giocano sempre gli stessi. E nello specifico, posso dire che a Milano avevo optato per Bremer come terzo di sinistro perché l’opposizione era di tenuta fisica al cospetto di Lukaku. La seconda, contro la Samp, giocavano con solo Quagliarella e un sottopunta, ho scelto Rodriguez. Con la Juve senza Morata, ho optato per due palleggiatori come Lyanco e Rodriguez. Le scelte le faccio in base alla partita e in funzione alla partita, ma soprattutto al fatto di voler giocare. Ma i sei giocatori che ho sono tutti meritevoli, voglio tenerli tutti pronti”.

Tornerete al 4-3-1-2?
“E’ una domanda trabocchetto, vedremo domani”.

Considerando i risultati, è il momento più difficili nella sua carriera?
“Ne ho vissuti tanti, lo vivo adesso e li vivrò in futuro. Non è questa la mia cartina tornasole, il mio riferimento sono i calciatori: e per come si allenano, per la fidelizzazione, alla vigilia del derby ho detto questo. “La mia cartina tornasole siete voi: mi trasmettete questa fiducia, non ho timore di giocare e vincere questa partita”. So questo fa parte del calcio, il mio focus è sempre verso i calciatori”.

Come ha vissuto Segre il post derby?
“Ha sbagliato, ha commesso un’ingenuità e ha accusato. Gli ho parlato, dovrà imparare dai suoi errori. Ma è un ragazzo sano, lo garantisco: è serio nel lavoro, quindi l’importante è che capisca di aver sbagliato ma non bisogna crocifiggerlo. L’identificazione è importante. Contestazione? Figlia del momento per una mancanza di risultati, ed è la stessa insoddisfazione che abbiamo noi. Non dormo sereno, ma dedico il tempo al Toro: mattina e sera, mattina e sera. Quando parlo di fede, mi riferisco alla identificazione con il club, ai valori, a cosa rappresentiamo, non è una parola buttata lì. Il sento di appartenenza è un altro aspetto che il calciatore deve sentire nella pelle e con i quali svegliarsi la mattina e andare a dormire la sera. Dobbiamo mettere un punto, pensare a domani e consapevoli di ciò che siamo e del momento che abbiamo vissuto. Dobbiamo giocare al meglio delle possibilità, con la mente fredda e il cuore caldo. Ora l’obiettivo è l’Udinese, e mi auguro che giochiamo senza esasperazione del sentimento e del nervosismo. La devo giocare con responsabilità e appartenenza, senza perdere il lume della ragione. Occupiamo una posizione di classifica non vera per i valori della squadra, siamo fiduciosi di poter venirne fuori”.

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