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TMW RADIO - Ungheria, Rossi: "Ora gli Europei ma sogno i Mondiali. Szoboszlai? Io so del Lipsia"

di Dimitri Conti
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© foto di Luigi Gasia/TuttoLegaPro.com
Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020
Marco Rossi, ct dell’Ungheria, ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Marco Rossi, ct dell'Ungheria, si è collegato con Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, iniziando dalla qualificazione ottenuta dalla sua squadra ai prossimi Europei: "Direi che è la più grande soddisfazione della mia carriera. In precedenza avevo vinto un titolo con l'Honved, ma ottenere un risultato con la nazionale fa sì che ci sia l'interesse di tutto il paese, e si assume una dimensione e un valore maggiore".

Da chi il complimenti più bello o inaspettato?
"Quelli che mi hanno fatto più piacere sono stati quelli dei semplici tifosi, da persone che neanche conosco ma che mi hanno voluto manifestare tutta la loro felicità e gioia, il ringraziamento per avergli fatto vivere dei giorni di grande felicità in un momento in cui le cose non vanno benissimo".

Volete aumentare il vostro livello, anche grazie alla Nations League?
"Questo indubbiamente è un altro obiettivo, che non osavamo neanche considerare tale. Quando c'è stato il sorteggio ricordo che incontrai Mancini con Vialli e mi fecero l'in bocca al lupo per via del gruppo che ci trovavamo ad affrontare: Serbia, Turchia e Russia ci sopravanzavano tutti di un bel po' nel ranking, e l'averle messe in fila ed essere passati nella Lega A della Nations League non se lo aspettava nessuno, anche perché all'inizio eravamo nella C con Estonia e Finlandia. Il 2020 è un anno terribile sotto moltissimi aspetti, non tutti l'addio a Maradona che per chiunque parla di calcio o ne è appassionato è stata una perdita enorme. In questo anno così negativo, per l'Ungheria del calcio c'è stata una rinascita".

Come sta con il Coronavirus?
"A distanza di 17 giorni dal tampone positivo sto ancora aspettando il primo che certifichi la negatività per poi ripeterlo a 48 ore di distanza. A parte i primi due giorni in cui ho avuto febbre e mal di testa molto strani, mai provati in precedenza, devo dire che poi sono stato asintomatico. L'abbiamo contratto sia io che mia moglie, ne stiamo uscendo insieme. Anzi, lei ne è già uscita. Però dico a beneficio dei negazionisti: il virus non va sottovalutato, non è uno scherzo".

Perché è passata l'idea che lei sia contro il calcio italiano?
"Mi permetto di chiarire un paio di concetti: il primo è che con Mancini non c'è alcun problema, siamo sempre stati in buoni rapporti sia quando giocavamo assieme che quando ci siamo incontrati successivamente. Nel 2014/15 ho allenato suo figlio, ed è normale che un padre si interessi: in quel periodo ci sentivamo un po' di più ma avrei fatto lo stesso anche io se l'allenatore di mio figlio l'avessi conosciuto bene. In seguito i rapporti col Mancio sono rimasti molto sereni ed amichevoli e quello che è uscito in alcuni articoli di giornale è totalmente sbagliato, è stato travisato. Poi per quanto riguarda il calcio italiano, ho sempre detto e ripeto che non ho avuto la possibilità di allenare in B o in A, al massimo con realtà che potevano salvarsi in C, e questo è un dato di fatto. In Italia poi, lo dico senza polemica ma ne sono profondamente convinto, ci sono tanti bravi allenatori e magari lo sono stato poco io in alcune circostanze, a curare certe relazioni che sono importanti per avere una chance. Questo in serenità, senza alcuna rivalsa: sono italiano e fiero ed orgoglioso di esserlo, apprezzo il livello del nostro calcio e del nostro campionato".

All'Europeo nel girone avrete Portogallo, Germania e Francia...
"Proprio ieri ero in video-call con i vertici della federazione e si parlava di questo. Non si aspettano che si vinca, ma solo una squadra che continua nel processo di crescita. Questo è quello che ci preme fare: il mio obiettivo personale, e credo debba esserlo dell'intero movimento calcistico ungherese, è di scalare ancora qualche posizione nel ranking, così da raggiungere un livello più consono rispetto a cosa è stata l'Ungheria. Almeno la trentesima posizione".

Avete bisogno che i vostri giocatori vadano all'estero?
"Questa è la principale problematica di chi ha un campionato non di primissima scelta. In Ungheria abbiamo un campionato intorno alla posizione ventisei o ventisette del ranking UEFA, ecco perché ci servirebbero giocatori che militano in grandi campionati d'Europa".

Szoboszlai a gennaio cambierà squadra o no?
"Rispondo e dico semplicemente che, per sentito dire o per bocca del suo allenatore Marsch, Dominik a gennaio sembra proprio che possa andarsene dal Salisburgo e dalle voci sembrerebbe molto vicino alla consorella, al Lipsia. Non ne ho parlato però né con lui né col suo agente".

Che step si augura perché possiate divenire una realtà?
"Fondamentale è la crescita dei club, soprattutto Ferencvaros e MOL Vidi. Poi a livello di Nazionale dobbiamo dare continuità alle nostre prestazioni, perché spesso i risultati dipenderanno dalla forza dei nostri avversari. Contro alcuni sarà dura far risultato, ma l'importante è confermare un certo trend. Sarebbe una gioia immensa per il calcio ungherese e per i tifosi, poter vedere l'Ungheria ai prossimi Mondiali. Speriamo in un sorteggio non complicato...".

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