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TMW RADIO - Sconcerti: "Stasera rischia più il Milan. L'Inter è questa, ormai lo sappiamo"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020-2021
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Mario Sconcerti, prima firma del giornalismo italiano, intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Il direttore Mario Sconcerti ha così parlato a TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, iniziando dal derby di Coppa Italia di stasera: "La partita è molto sentita, e se nelle altre città di Italia si pensa che sia meno emotivo, in realtà c'è questo peso di essere interisti e milanisti da una parte e dall'altra. Dentro la città hanno un peso grosso da portarsi dietro tutte e due. Credo che l'Inter da perdere non abbia niente: nelle 57 partite di campionato con Conte, ha fatto sempre gli stessi punti, una media di 41 a girone: l'Inter è questa, e non credo che migliorerà, nemmeno nel gioco. Come squadra è molto delineata, bisognerà vedere se le basteranno o no quei punti. Il Milan invece sembra quasi costretto ad una continua necessità di dimostrarsi, e per questo forse sono un po' più fragili".

Calhanoglu sta mancando ai rossoneri?
"A me è sempre sembrato un giocatore centrale. Ricordo che il Milan stesso, con Fassone, mi chiese un parere e dissi loro proprio questo: è fondamentale, è il giocatore che manca all'Inter e anche alla Juventus, ha personalità e tiro. Anzi, a volte tira persino troppo bene".

L'Atalanta ha salutato Gomez.
"Di certo è un'operazione di forza importante, con un giocatore col quale potevano permetterselo visto che è avanti con l'età, ma ha comunque ingaggio e prezzo accessibile a molte società. A differenza di Dzeko, tanto per fare un esempio".

Il caso di Dzeko come si risolve?
"Compirà 35 anni a marzo e ha un contratto fino a tutto il prossimo campionato: i suoi 7,5 milioni di ingaggio netto più quelli del prossimo fanno una spesa complessiva da quasi 20 milioni. Quante squadre possono pagare oggi un ingaggio tale? Secondo me nessuna".

Lo stesso vale anche per Eriksen, in fondo...
"Sì, però Dzeko è molto meglio. E su Eriksen va detto che abbiamo tutti preso una toppata, punto e basta: mai stato tutto 'sto fenomeno neanche in Premier, era un buon giocatore e basta. Adesso, tornando a Dzeko, dipende dal buonsenso di Fonseca, che sembra non esserci, o dalla forza della proprietà. Non ti puoi permettere un danno da 20 milioni per l'insofferenza personale tra due dipendenti. Nel momento in cui il mercato fallisce, la soluzione non può che essere quella di un intervento della società".

Nell'ultimo weekend, in Genoa-Cagliari, si sono sfidati due allenatori dalle situazioni contrattuali opposte.
"Intanto andrebbero conosciute le situazioni delle persone dietro ai contratti. Intanto Giulini è un uomo ricchissimo, che può fare cose che nessuno si aspetta: dal lato economico non ci rimette niente. La più grande garanzia per la salvezza del Cagliari è che non vince da novembre e oggi sarebbe ancora salvo: proprio perché non può perdere tutte le partite, è destinato a salvarsi con margine. A Ballardini consiglio di venire a Firenze e vedrai che cambierebbe all'improvviso, direbbero che è uno qualunque...".

Esce Ribery per far posto a Kokorin nella Fiorentina?
"Siamo sempre drastici... Oggi ormai si gioca in quindici, c'è spazio per tutti. Poi bisogna vedere cosa sia Kokorin, mi sembra un acquisto un po' azzardato... Temerario. Però si è sposato e ha fatto un figlio, credo che quando sono successe quelle cose col funzionario del governo non fosse in se stesso... Un gran giocatore, ma non gioca da mesi: pensavo sarebbero andati un gradino sotto, ma magari su qualcuno di più sicuro".

Lasagna a Verona come lo vede?
"In una piazza come Verona i giocatori vengono costruiti. In un'altra squadra, e penso alla Fiorentina che conosco, se non segna per tre partite l'hanno già benedetto...".

Le piacerebbe una Coppa Italia allargata?
"Evitando i dilettanti, per alcuni anni l'abbiamo già fatto 15-20 anni fa. Però ci vuole la cultura degli inglesi, perché noi manderemmo le riserve come succede già oggi. Secondo me è già molto riqualificata la Coppa Italia, se ripenso a quella che ho vinto da amministratore delegato della Fiorentina, beh, lì allo Stadio Olimpico trovi il Presidente della Repubblica e tutte le maggiori cariche del paese. Il problema di oggi del calcio è un altro: da tempo mancano i ricavi, e oggi è insostenibile. Ormai il calcio è una grande azienda eternamente in rosso, se succedesse a un supermercato dopo tre anni arriverebbe la Finanza a chiedere perché rimangano aperti. La perfidia del calcio è che non serve una buona gestione, ma vincere".

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