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TMW RADIO - Rastelli: "Supercoppa di episodi. Più paura di subire gol che voglia di segnare"

di Dimitri Conti
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
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Massimo Rastelli ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'allenatore Massimo Rastelli è intervenuto in diretta a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, iniziando dall'analisi della Supercoppa giocata ieri sera: "Partita bloccata, le due squadre avevano più paura di non subire che gol che voglia di farlo. Szczesny è stato bravissimo su Lozano, poi su palla inattiva ecco il gol della Juventus: la sfida l'hanno decisa gli episodi".

Come valuta questa Serie A?
"Questo campionato sarà irripetibile: si gioca senza pubblico, le squadre che non hanno fatto preparazione... La classifica è figlia di una stagione in cui ci sono squadre che senza tifosi riescono a dare di più, col fattore campo andato a farsi benedire c'è ogni risultato possibile. Il Milan è la vera sorpresa: è l'unica squadra ad avere avuto un rendimento costante, quasi come fosse un campionato normale. Vedere Torino e Genoa là sotto fa capire che non abbiano rispettato il pronostico di inizio stagione. Bene le neo-promosse, soprattutto Benevento e Spezia, mentre dopo un inizio timido sta venendo fuori anche il Crotone. La classifica è comunque divisa in due blocchi: dal Verona in su si punta all'Europa, dal Benevento in giù alla salvezza".

Troppe critiche a Gattuso?
"Rino da quando ha preso la panchina del Napoli ha raddrizzato la stagione, se ricordate com'erano messe le cose... Ha consolidato la difesa, anello debole, e vincendo la Coppa Italia ha dato anche identità e anima alla squadra. Quest'anno si è trovato in mille difficoltà, e nel momento topico tra Covid e infortuni ha perso giocatori importanti. Con venti partite in novanta giorni, il Napoli non è riuscito ad avere continuità nelle prestazioni: detto ciò secondo me sta facendo comunque un buon lavoro, anche se una piazza storica come Napoli pretende e prende ogni sconfitta come un grande dramma".

Lei che l'ha lanciato in Serie A, si aspettava un Barella così?
"Dirlo ora è facile ma a 19 anni mostrava già grande personalità. Questa è la caratteristica che fa capire dove può arrivare un calciatore: si è fatto le ossa e anno dopo anno è migliorato. Lì si fa la differenza. Ha sempre mostrato naturalezza nel vestire una maglia pesante come quella dell'Inter, ma anche della Nazionale: sembra esserci da anni".

Perché il Cagliari fatica così tanto?
"Negli ultimi anni gli organici a disposizione sono stati importanti, il presidente Giulini ha fatto investimenti imponenti, provando a migliorarsi un anno dopo l'altro come filosofia. Sta lavorando in società e provando anche a costruire il gioiellino che è il nuovo stadio. Si fa fatica a capire dall'esterno perché a un certo punto c'è sempre qualcosa che si rompe, come successo anche l'anno scorso. In questo momento si vede una squadra in grande difficoltà che ha perso entusiasmo e fiducia: senza risultati è difficile, anche perché in Serie A affronti squadre che, se non hai la forza, non ti fanno rialzare".

Castrovilli ha qualche problema di coesistenza con Ribery?
"Ho visto tante partite della Fiorentina, e anche io ho notato un'involuzione di Castrovilli rispetto alla passata stagione, in cui ha disputato un campionato straordinario al debutto in Serie A. Doveva essere l'anno della consacrazione, ma dopo un buon inizio, che faceva propendere per un andamento differente, si è spento assieme al resto della sua squadra. Ha perso convinzione, gli riesce tutto più difficile e può darsi che dipenda anche dal fatto che Ribery è uno che non puoi limitare. Va detto che però Ribery c'era pure lo scorso anno... Sicuramente è una chiave di lettura, ma penso che Gaetano debba intanto ritrovarsi perché i calciatori intelligenti sanno integrarsi".

Dove dovrebbe giocare in un 3-4-2-1?
"Quando l'ho trovato a Cremona aveva fatto annate da esterno nel 4-3-3, arrivai e inizialmente lo misi trequartista, ma per me il suo ruolo era la mezzala. Lì l'ho impiegato negli ultimi sei mesi, e si è visto che è esploso in quel ruolo anche nell'anno scorso. In un modulo così, o lo metti come esterno, o da trequartista. Da mediano può perdere qualcosina, ma ogni allenatore ha le proprie idee e se Prandelli ha deciso di provarlo lì significa che l'ha provato".

Il telefono sta squillando?
"Fortunatamente ancora viene ricordato cosa ho fatto negli scorsi anni. Avrei potuto rientrare già diverse volte, ma per un motivo o l'altro non si è arrivati al dunque. Spero comunque che nelle prossime settimane qualcosa possa uscire, anche se valuto bene ogni richiesta: mi piacerebbe un contesto che soddisfi le mie esigenze, senza la fretta di buttarsi dentro e rischiare di sbagliare".

Che sia Serie A o B?
"Assolutamente. Se fosse Serie A ovviamente sarebbe meglio, ma anche la B è un campionato importante, specie se alleni una squadra costruita per certi obiettivi".

Lei ha allenato Izzo: può aiutare il Torino a risollevarsi?
"Armando ha pagato l'idea tattica di Giampaolo. Con me ad Avellino giocavamo per la maggior parte a tre dietro, contesto in cui rende molto di più: a quattro Giampaolo magari l'ha visto più in difficoltà e gli ha concesso meno spazio. Quando ha riportato la squadra sull'idea della difesa a tre è tornato Izzo, e anche qualche risultato del Torino. Ora ci sarà da capire cosa pensa Nicola, anche se credo ripartirà dal 3-5-2. Mi auguro per il Torino che riescano a fare un percorso diverso, al di là delle difficoltà non hanno un organico da retrocessione, ma quantomeno da metà classifica".

Felice di rivedere Zappacosta?
"Veniva dall'Atalanta, e nascendo da esterno alto l'abbiamo costruito da terzino: si vedeva che aveva gamba e qualità pur essendo timido e introverso, ma ha fatto una scalata importante raggiungendo traguardi importanti come il Chelsea e la Nazionale. Nel momento di maturità tecnica e fisica ha avuto infortuni a ripetizione che ne hanno frenato la crescita, ma vederlo giocare qualche partita di fila spero possa voler dire che ha messo gli infortuni alle spalle".

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